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Turchia: banca centrale alza i tassi al 12% per fermare il crollo della lira
mercoledì 29 gennaio 2014, di
Il meeting straordinario di ieri sera della banca centrale turca ha prodotto notevoli effetti sul mercato forex, in quanto è stata rispettata la previsione di aumento dei tassi di interesse per fermare il costante deprezzamento della lira turca sui mercati valutari. L’aumento dei tassi è stato ragguardevole, visto che il costo del denaro in Turchia è stato innalzato dal 7,75% al 12%. E’ chiaro che un simile aumento ha sortito effetti positivi sulla valuta turca.
Sul forex il tasso di cambio USD/TRY è sceso fino a 2,16 ai minimi da oltre due settimane. Il cambio era salito su livelli record a 2,39 circa, ma da questo massimo storico è avvenuta una discesa superiore al 10% in appena tre sedute. Tuttavia negli ultimi mesi la lira turca si era svalutata tantissimo, tanto che la banca centrale di Ankara era dovuta intervenire sui mercati utilizzando le sue preziose riserve in valuta estera.
In forte calo troviamo anche il cross EUR/TRY, che è sceso a 2,95 dopo che venerdì scorso aveva toccato un record assoluto a 3,27. Anche il cross GBP/TRY è sceso tantissimo nelle ultime tre sessioni, passando dai record di 3,95 a 3,58. L’intervento sui tassi da parte dell’istituto monetario di Ankara è servito anche per far diminuire i rischi di inflazione di breve-medio periodo.
Di recente il governatore Erdem Basci aveva rilasciato nuove stime sull’andamento dei prezzi al consumo, peggiori di quelle precedenti: 6,6% rispetto al 5,3% stimato nei mesi passati. Il target di inflazione della banca centrale turca è al 5%. Basci aveva fatto intendere di non essere disposto ad accettare in alcun modo un’inflazione più alta, senza contare i continui deprezzamenti della moneta nazionale.
Dopo 11 anni di boom economico che hanno portato il reddito pro-capite del paese da 2.500 a 10.000 dollari e alla 17-esima posizione nella graduatoria delle maggiori economie del pianeta, la Turchia è stata investita da diversi shock di natura economica e politica. In primo luogo l’avvio del tapering della FED, che ha ridotto significativamente gli afflussi di capitale dall’estero.
In secondo luogo il governo guidato da Recep Tayyip Erdogan ha sperimentato la peggiore crisi degli ultimi dieci anni, a seguito delle forti proteste di Gezi Park la scorsa primavera e con lo scoppio della “tangentopoli turca” di dicembre che ha portato a un maxi-rimpasto di governo.