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Tltro: Ecco perché non riusciranno a rilanciare i prestiti in Italia
martedì 16 settembre 2014, di
L’obiettivo sarebbe di far ripartire il mercato del credito a favore di famiglie e imprese, ma l’impatto delle aste Tltro sui paesi del sud Europa sarà molto limitato. Lo strumento messo in campo dal governatore della Bce Draghi lo scorso 5 giugno probabilmente non sortirà l’effetto sperato. Ecco perché.
Aste Tltro
In un precedente articolo abbiamo già spiegato in cosa consistono le aste di Tltro, ovvero Targeted Long Term Refinancing Operation. In sostanza, si tratta di operazioni di rifinanziamento a lungo termine per le banche: in asta viene erogata liquidità dalla Bce in cambio di collaterale come garanzia, spesso sotto forma di titoli di Stato.
Il 5 giugno scorso Draghi ha annunciato il lancio di due maxi-iniezioni di liquidità nell’economia europea, la prima fissata per il 18 settembre e la seconda nel mese di dicembre. In totale la Bce potrebbe arrivare ad erogare 400 miliardi di euro a tassi vantaggiossimi per le banche europee.
Finanziamenti mirati
Nonostante le buone intenzioni alla base del lancio delle aste di Tltro, in molti operatori già scommettono sull’esito negativo dell’operazione voluta da Draghi. L’impatto sull’economia reale, nonostante le precauzioni prese dalla Bce affinché i soldi erogati vadano effettivamente in tasca alle imprese, sarà molto ridotto.
A differenza delle precedenti aste di Ltro, le prossime sono "targeted" ovvero mirate. L’erogazione dei soldi da parte della Bce è vincolata all’erogazione di prestiti alle imprese per evitare ciò che accadde tra il dicembre del 2011 e il febbraio del 2012. Quando i 1000 miliardi di euro erogati alle banche furono utilizzati per rifinanziare obbligazioni in scadenza o acquistare titoli di stato conseguendo così discreti guadagni.
Perché non funzioneranno
Ma nonostante le precauzioni, difficilmente le aste di Tltro saranno in grado di far ripartire il credito nell’Europa meridionale, anche se l’iniziale richiesta di fondi può essere elevata. A dirlo è l’agenzia di rating internazionale Fitch che sull’argomento ha diffuso una breve nota e annunciato la pubblicazione di un rapporto entro un mese.
"Le banche in Spagna, Italia, Portogallo e Grecia - scrive Fitch - sfrutteranno la possibilità di accedere ai prestiti a basso costo con scadenza settembre 2018. Tuttavia i fondi Tltro potrebbero essere utilizzati principalmente per sostituire gli esistenti prestiti Ltro con scadenza a gennaio e febbraio 2015, e per rifinanziare altro funding all’ingrosso".
La Bce controllerà la destinazione ultima dei soldi erogati alle banche. Gli istituti che non registreranno un incremento nell’erogazione dei prestiti alle imprese dovranno restituire entro due anni i soldi presi dalla Bce. Fitch a questo proposito sottolinea che "Alcune banche potrebbero essere costrette a restituire i fondi a settembre del 2016, con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale, ma avranno comunque beneficiato di due anni di finanziamenti a condizioni favorevoli. Spetterà alle stesse valutare i costi per il rimborso anticipato e di allocazione del capitale per nuovi impieghi o per il potenziale deterioramento della qualità degli asset".
Il problema quindi sarebbero la sanzioni, troppo leggere, pensate dalla Bce per le banche che non utilizzeranno i soldi per erogare prestiti alle imprese. E’ di questa opinione anche Angelo Baglioni, economista dell’Università Cattolica di Milano: "Come già avvenuto con le precedenti aste, il rischio che le banche usino quei soldi non per fare prestiti ma per investimenti come l’acquisto di titoli di Stato è alto. In teoria i finanziamenti sono vincolati a un certo tipo di utilizzo ma le sanzioni per chi fa diversamente sono estremamente blande".