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Titoli di stato: perché si continua a comprarli anche con tassi negativi?

lunedì 23 novembre 2015, di Nicola D’Antuono

I bond governativi europei continuano ad essere acquistati a mani basse dagli investitori istituzionali, in vista di nuove mosse monetarie ultra-espansive della BCE già nel corso del prossimo meeting di inizio dicembre. I “buy” si stanno concentrando maggiormente sulla parte più breve della curva dei tassi, fino alla scadenza biennale. Tuttavia in questo caso i rendimenti sono quasi tutti sotto zero. Ciò vuol dire che un investitore è disposto a pagare per prestare denaro allo Stato che emette il debito. E’ di sicuro un paradosso, ma nel mondo della finanza potrebbe addirittura avere un senso.

In realtà c’è da aggiungere che gli investitori stanno comprando titoli governativi non solo con tassi negativi, ma anche a un rendimento più basso rispetto a quello che la BCE potrebbe offrire riacquistandoli attraverso il programma di quantitative easing. Perché? Il motivo è presto detto: Mario Draghi ha fatto intendere che il tasso sui depositi potrebbe essere tagliato ancora (forse di 10-15 punti base), fino a scendere dall’attuale -0,2% a un probabile -0,3%. Gli investitori acquistano così titoli a tassi negativi (e con prezzo molto elevato) in previsione che vengano poi ritirati a un tasso ancora più basso (e a un prezzo chiaramente più alto).

Non mancano, comunque, le esagerazioni come nel caso del bond governativo biennale tedesco, il cosiddetto “Schatz”. Sono stati effettuati acquisti addirittura a un tasso del -0,39%, che forse la BCE non raggiungerà mai nei prossimi mesi. Se i titoli decennali sono meno influenzati dalle manovre monetarie dell’Eurotower, quelli biennali (e in generale a breve termine) risentono molto delle aspettative su imminenti manovre espansive. Sotto lo zero troviamo i tassi a due anni non solo tedeschi, ma anche olandesi (-0,35%), finlandesi (-0,34%), austriaci (-0,31%), belgi (-0,3%), francesi (-0,3%), irlandesi (-0,18%) e slovacchi (-0,003). Quelli italiani rendono comunque appena lo 0,06%.

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