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Tari 2014, è già caos: come, quanto e quando si paga se non arriva il bollettino a casa

giovedì 11 settembre 2014, di Valentina Brazioli

Tari 2014, anche se il bollettino di pagamento non arrivasse a casa non c’è scampo dall’adempimento. E’ questa, infatti, la regola principale da osservare qualora i Comuni continuassero a riscontrare difficoltà nell’inviare l’apposito avviso ai contribuenti. In ogni caso, ad oggi continuano a giungere notizie di come le diverse città stiano procedendo piuttosto in ordine sparso sulla nuova tassa rifiuti che, a partire dal primo gennaio scorso, ha sostituito la vecchia Tares (la quale, a sua volta, aveva rimpiazzato la Tarsu e la Tia). Il solito balletto di sigle, quindi, che non cambia la sostanza di un tributo del quale sono i singoli municipi a dover definire caratteristiche del prelievo, termini e modalità per il pagamento.

La Tari è in mano ai sindaci

A differenza della Tasi e dell’Imu, che sono vincolate alla normativa nazionale, la Tasi è interamente nelle mani dei primi cittadini, che sono liberi di muoversi con ampi margini di discrezionalità. Il comma della legge 147/2013, in effetti, si limita a prescrivere “di norma” almeno due rate a scadenza semestrale, fermo restando che deve essere consentita la possibilità al cittadino di pagare tutto in un’unica soluzione entro il 16 giugno. Se l’obiettivo resta comunque quello di far giungere a tutti i contribuenti l’apposito bollettino precompilato, la realtà è spesso ben diversa e meno organizzata; proprio per questo è importante sapere come comportarsi se non si avrà la fortuna di ricevere nulla (la Tari è un tributo da versare “in autoliquidazione”, ciò significa che il soggetto passivo è comunque tenuto a versare l’imposta).

Come pagare senza bollettino

Anche in assenza dell’avviso di pagamento precompilato, il contribuente potrà comunque versare quanto dovuto tramite il classico modello F24 o bollettino postale unificato. Non è escluso, tuttavia, che le singole amministrazione prevedano modalità elettroniche come il Mav, il Rid o il Pos.

Quando pagare: c’è rischio di sanzioni?

Le scadenze, come già detto, vengono stabilite (sia nel numero che nella data) dai singoli Comuni. Non tutti, infatti, si stanno attenendo al classico schema in 4 rate: alcune città, infatti, propongono di aggiungerne una quinta, con scadenza nel 2015. Da parte sua, lo Statuto del contribuente, in caso di non recapito del bollettino in tempi utili per il pagamento, tutela il cittadino da possibili sanzioni: tuttavia, è meglio verificare nella delibera comunale la presenza di una moratoria (di 15 o 30 giorni) in seguito all’invio in ritardo del bollettino.

Quanto pagare

Ultimo, qualche consiglio per capire quanto si deve pagare. La fonte principale di informazioni, ovviamente, è il sito del singolo ente locale, ma è anche possibile consultare la banca dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, presente nel sito del Dipartimento Finanze alla pagina “Fiscalità locale”: proprio lì è possibile trovare tutte le delibere già approvate.

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