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Sigarette elettroniche, ennesimo dietrofront: vietate in pubblico e niente pubblicità
domenica 29 dicembre 2013, di
Sigarette elettroniche, il cammino per gli "svapatori" si fa sempre più in salita. A pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore della maxi tassa del 58,5 per cento, infatti, gli ostacoli per gli affezionati del fumo elettronico si annidano proprio nel decreto Milleproroghe, annunciato l’altro ieri dal Governo e prossimo all’approdo in Senato. Tuttavia siamo di fronte solo all’ultimo capitolo di una saga tutta all’insegna della confusione e dei passi indietro: ne abbiamo già avuto prova con il decreto Iva-Lavoro e, successivamente, con quello dell’Istruzione. Le bozze del Milleproroghe che circolano in queste ore, quindi, ci restituiscono semplicemente il quadro di un esecutivo pronto all’ennesimo dietrofront in materia di sigarette elettroniche, che però adesso rischiano davvero di essere vietate nei luoghi pubblici e di non poter più usufruire di spazi pubblicitari.
Sigarette elettroniche: no all’uso in luoghi pubblici e vietata la pubblicità
E’ comunque doveroso ricordare che non si può parlare esattamente di una novità, bensì della mera applicazione di divieti già previsti per il tradizionale settore del tabacco. La norma, infatti, si limita ad estendere anche alle sigarette elettroniche quanto già previsto dalla celebre legge antifumo Sirchia (articolo 51). Ciò che ha stupito i più, quindi, non è tanto l’introduzione di questi divieti di per sé, quanto l’ennesimo voltafaccia di un esecutivo che sul settore delle e-cig non sembra davvero avere le idee chiare.
Il dietrofront del Governo: cos’è cambiato rispetto al Decreto istruzione?
Facendo un rapido passo indietro, infatti, possiamo ricordare che divieti del tutto analoghi erano già contenuti nel cosiddetto decreto Iva-Lavoro, risalente allo scorso mese di giugno. Ma l’ancora più recente decreto Istruzione (varato a novembre), su proposta emendativa del presidente della Commissione Cultura Giancarlo Galan (allora Pdl, oggi Forza Italia), andò a cancellare proprio l’estensione di tali divieti anche alle e-cig. Una misura che suscitò un certo clamore, ma che l’esponente forzista giustificò con l’esigenza di tutelare un settore economico sì in forte espansione, tuttavia a costante rischio massacro per colpa di una tassazione eccessiva e di divieti stringenti (soprattutto in materia di pubblicità).
Una specie di forma di compensazione, quindi, che a molti sembrò un classico caso di “toppa peggiore del buco”, se davvero si fosse arrivati a costringere gli avventori di locali pubblici a dover respirare, loro malgrado, i vapori provenienti dalle sigarette elettroniche.
Non resta, quindi, che aspettare il testo definitivo del decreto Milleproroghe per scoprire che cos’ha davvero in mente il Governo. I rivenditori di e-cig, tuttavia, non sembrano nutrire grandi speranze per il domani, non solo per l’introduzione di questi divieti, ma soprattutto la prossima inaugurazione della stagione del maxi prelievo fiscale sulle sigarette elettroniche: la super tassa al 58,5 per cento scatterà già dal 1 gennaio del 2014.