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Sigaretta elettronica: tassa in arrivo?
lunedì 13 maggio 2013, di
Dopo la notizia giunta dalla Francia sulla tassazione di smartphone e tablet, prodotti soprattutto da Apple, Google e Amazon, per finanziare la cultura, in Italia il Governo pensa a una tassa sulla sigaretta elettronica, sul cui acquisto sin’ora si è pagata l’IVA, ma non l’accisa prevista per il tabacco e i prodotti da fumo.
L’eventuale tassa sarà introdotta in un emendamento bipartisan presentato dai relatori del decreto sui debiti della P.A. ed equiparerà la sigaretta elettronica a quella tradizionale, risolvendo un dibattito in auge ormai da tempo, anche se occorre attendere il parere definitivo del Consiglio Superiore della Sanità per archiviare definitivamente il caso, visto che non esistono sufficienti studi statistici per calcolare gli effetti della sigaretta elettronica sulla salute.
E’ stato stimato che la tassa sulla sigaretta elettronica darà qualche milione di euro di gettito (assicurando al decreto una copertura dello 0,12%), intanto è già polemica.
Partendo dal presupposto che il gettito sul tabacco ha iniziato un brusco calo, da dicembre 2012 a febbraio 2013 sono andati perduti circa 200 milioni di euro, sia per il contrabbando, che per la diffusione della sigaretta elettronica, Ovale, uno dei produttori leader della sigaretta elettronica, ha dichiarato:
“È una manovra della lobby del tabacco. La nuova tassa è contro gli italiani: colpisce uno dei pochi settori in crescita, che dà lavoro”.
Sigaretta elettronica: fenomeno economico
La tassa sulla sigaretta elettronica si tradurrebbe, infatti, nella prassi per cui solo i tabaccai potrebbero vendere questi prodotti, andando a colpire circa 1.500 negozi aperti in tutto il territorio nazionale.
Secondo qualcuno a questo punto potrebbe aprirsi una “questione etica”: la vendita (nonché la produzione) della sigaretta elettronica è uno dei tanti modi per sfuggire alla disoccupazione o una “moda” da combattere per la salute degli italiani?
La sigaretta elettronica contiene meno nicotina e non genera combustione (diminuendo il rischio cancerogeno), ma un rapporto dell’Istituto superiore della Sanità ha chiarito che il fumo a vapore inalato conterrebbe nicotina oltre la “soglia accettabile per la salute”.
Ad ogni modo, se la “questione salutare” è ancora da appurare, l’aspetto essenziale è un altro: la sigaretta elettronica è diventata un “fenomeno economico” e per lo Stato, che ha il monopolio delle sigarette classiche, rappresenta ormai una pericolosa minaccia alle sue finanze.