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Russia alza i tassi di interesse al 7%. Rublo in picchiata
lunedì 3 marzo 2014, di
Kiev e Mosca sono ai ferri corti. Il governo ucraino ha condannato l’invasione militare russa della Crimea, riconoscendo l’evento come una sorta di dichiarazione di guerra. La Nato difende l’Ucraina e chiede alla Russia di fare un passo indietro. Mosca ora rischia l’espulsione dal G-8. Le tensioni geopolitiche stanno avendo dei risvolti importanti sui mercati finanziari. Gli investitori stanno assumendo un atteggiamento sempre più protettivo, come dimostrato dal boom degli asset rifugio, come l’oro e il franco svizzero.
Appare sempre più difficile la situazione sui mercati finanziari di Russia e Ucraina. L’indice azionario più importante della borsa russa, ovvero il Micex, ha registrato un calo superiore al 6%, ma nel corso della seduta ha perso più dell’8% evidenziando il peggior calo intraday degli ultimi 5 anni.
Non va meglio sul fronte valutario, dove il rublo è in picchiata. La banca centrale russa è dovuta intervenire per evitare una pericolosa fuga di capitali, alzando i tassi di interesse al 7% dal precedente livello del 5,5%. Le autorità monetarie di Mosca hanno spiegato che si tratta solo di una misura temporanea, resa necessaria per fronteggiare eventuali pressioni inflazionistiche e l’aumento della volatilità sui mercati.
Sul forex il tasso di cambio EUR/RUB ha aggiornato i massimi storici, superando anche la soglia psicologica di 50. I prezzi hanno finora toccato un top intraday a 50,30. Il tasso di cambio USD/RUB, invece, è salito sui massimi da febbraio 2007 a 36,86 circa.