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Roubini su Italia: no ad Amato, sarebbe un Monti II. Le scelte migliori secondo il guru americano
mercoledì 24 aprile 2013, di
La Repubblica ha intervistato Nouriel Roubini sull’attuale situazione economica e politica del nostro paese. Secondo l’economista, ora comincia il negoziato più duro con l’Europa, infatti afferma, "Per l’Italia è vitale presentarsi con un governo credibile guidato da una personalità con forte carisma e sicura competenza economica. Perché questo premier dovrà ottenere a tutti i costi un allentamento dell’austerity dettata dalla Germania. Non c’è più tempo per scelte differenti".
Roubini ha redatto insieme a Brunello Rosa, l’economista della Bank of England che ora è il direttore delle macrostrategie alla Rge (Roubini Global Economics), una proposta economica per il nostro paese, sottolineando il rischio più grande a cui potremmo andare incontro, "Il rischio è la nascita di un esecutivo debole, che restituisca a Berlusconi una centralità che già si è abbastanza ripreso, mettendolo in condizione di rovesciare il tavolo in ogni momento e tornare a puntare al Quirinale".
L’intervista di Roubini
Quando l’intervistatore gli ha chiesto quali sarebbero a suo avviso i nomi migliori che darebbero maggiori garanzie al nostro paese, l’economista ha risposto,
Il prossimo premier deve rappresentare, per motivi nazionali ed esterni, un segnale di rottura col passato, avere il senso della leadership, portare una ventata di freschezza nel sistema. Amato gode di un’ottima reputazione internazionale, ma internamente potrebbe essere percepito come un Monti II e portare con sé le perplessità che hanno circondato, peraltro giustamente, la seconda fase del governo tecnico. Io vedrei bene le nuove personalità del Pd: Barca, Renzi, Letta.Nouriel Roubini, intervista a Repubblica, del 23 aprile 2013
Per quanto riguarda le scelte da approvare subito, Roubini dichiara che bisogna,
Presentare a Bruxelles scelte coerenti e coraggiose, all’interno di un ampio e innovativo piano che preveda l’allentamento dell’austerity senza venir meno al rigore ma con un’attenzione decisamente orientata alla crescita. Bisogna tagliare il carico su cittadini e imprese, limitare l’Imu alla seconda casa, ridurre il cuneo fiscale, rivedere di nuovo le norme sul lavoro perché siano di aiuto alle assunzioni e non solo ai licenziamenti. Una riforma che ripeta il miracolo tedesco dell’Agenda 2010, varata all’inizio dello scorso decennio, che accrebbe la produttività in modo decisivo. La produzione industriale della Germania dal 1999 ad oggi è migliorata del 40 per cento rispetto a quella italiana.Nouriel Roubini, intervista a Repubblica del 23 aprile 2013
L’economista conclude con l’augurio che partano presto i piani di infrastrutture e il progetto per l’occupazione giovanile, grazie ai finanziamenti della Banca europea degli investimenti, "un organismo con grosse capacità economiche che non riesce a sbloccare le iniziative di sviluppo" e chiude, "E sapete cosa sospetto? Che accada così perché è gestito dai tedeschi’”.