Il passo indietro di Renzi: Gentiloni, Martina o Richetti, chi lo sostituirà alla guida del PD?

Sarà rimasto deluso chi si aspettava un ritorno in pompa magna da parte di Matteo Renzi: ospite nel programma Di Martedì, l’ex premier ha annunciato che non si candiderà di nuovo alle prossime primarie del Partito Democratico.

Visto che però al momento sembrerebbero inevitabili delle elezioni anticipate, il PD deve guardare anche all’immediato futuro: chi sarà a guidare la coalizione di Centrosinistra in caso di voto a luglio o in autunno?

Renzi si fa da parte

Il prossimo leader del Partito Democratico non sarà Matteo Renzi. A confermare la notizia è lo stesso ex segretario da Floris, mettendo fine così a tutte quelle voci che lo volevano pronto a tornare a dirigere i dem.

Questo non vuol dire comunque che Renzi sia pronto a sfilarsi dal palcoscenico principale della politica nostrana, soltanto che non sarà più lui in prima persona a gestire le sorti di un partito che negli ultimi anni è stato modellato sulla sua persona.

Un po’ come sta avvenendo in questo intricato post voto dopo che ha rassegnato le dimissioni all’indomani della scoppola del 4 marzo, alla fine l’obiettivo sarà quello di continuare a dettare la linea politica da dover mantenere.

Alle primarie del Partito Democratico i renziani quindi dovranno esprimere un loro candidato, che con ogni probabilità se la dovrà vedere con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti che guiderà la minoranza interna.

I rumors parlano di Matteo Richetti in pole position per rappresentare la frangia fedele a Renzi del partito. Non è detto però che nelle prossime settimane possano spuntare altre candidature, come quella di Debora Serracchiani.

Prima delle primarie però tutto al momento farebbe pensare che il PD sarà chiamato ad affrontare anche le elezioni politiche anticipate. Con Renzi quindi fuori dai giochi, chi sarà questa volta a guidare il Centrosinistra al voto?

Tra Gentiloni e Martina

Se non dovesse nascere un governo politico o istituzionale, al Presidente Sergio Mattarella non rimarrebbe altro che decretare delle elezioni anticipate. Il Movimento 5 Stelle nel caso vorrebbe andare al voto il prima possibile, anche a luglio, altri invece vorrebbero aspettare settembre.

Fatto sta che a breve il Partito Democratico potrebbe trovarsi a dover affrontare di nuovo una campagna elettorale. Matteo Renzi si è dimesso da segretario tempo fa, con il suo sostituto che verrà designato il prossimo 19 maggio in occasione dell’Assemblea nazionale.

Sempre da Floris, Renzi ha parlato di Paolo Gentiloni come leader ideale del Centrosinistra in caso di elezioni. Difficile però che l’attuale premier possa accettare questo incarico proprio in virtù del ruolo ricoperto.

Gentiloni così come tutto il suo governo è tutt’ora in carica per il disbrigo degli affari correnti. Se anche in caso di un replay del voto non dovesse venir fuori una maggioranza, sarebbe sempre lui a continuare a rimanere a Palazzo Chigi fino alla nascita di un esecutivo.

Facile quindi che possa preferire mantenere una posizione più neutrale, evitando di scendere in campo in prima persona nonostante il gradimento degli italiani verso di lui come emerso da più di un sondaggio.

Alla fine quindi l’ipotesi più probabile è quella della conferma del reggente Maurizio Martina, con il ministro che dovrebbe candidarsi a segretario durante l’Assemblea nazionale del 19 maggio.

A guidare il Centrosinistra potrebbe essere quindi lui, ma è da vedere chi avrà il potere di fare le liste elettorali: la vera battaglia sarà proprio questa, visto che i posti a disposizione in Parlamento potrebbero diminuire ulteriormente.