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Professionisti poveri, a causa della crisi crollano i redditi: le categorie più colpite

mercoledì 25 settembre 2013, di Valentina Pennacchio

Secondo i dati dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) negli ultimi venti anni si diffondono i professionisti “poveri”: a causa della crisi crollano i redditi.

Una volta le figure come quelle del notaio, dell’avvocato, dell’ingegnere, erano mestieri considerati benestanti, ambiti, perché garantivano stabilità, prestigio, lauti guadagni. E oggi?

La situazione è fortemente cambiata, a causa dell’eccesso dell’offerta di alcune categorie e della crisi economica, che attanaglia l’Italia ormai da anni. Della serie “anche i ricchi piangono”, vediamo cosa è cambiato per i nuovi professionisti poveri.

Le categorie più colpite

Al primo posto tra le categorie più colpite spiccano i notai. Complice la crisi e il crollo del mercato immobiliare, negli ultimi 6 anni i notai hanno visto dimezzarsi i propri redditi: da 129.400 euro a 66.800 euro l’anno.

Ingegneri e architetti si posizionano al secondo posto. Sempre nel lasso di tempo di 6 anni i loro redditi sono crollati, rispettivamente, da 33.037 a 28.444 euro e da 27.139 a 22.400 euro l’anno.

Gli avvocati vengono salvati dalla crisi (anche se il loro reddito medio è fermo dal 1990), rispetto ad altre categorie, ma soffrono l’eccesso di domanda, quadruplicata dal 1990 ad oggi. Dai 45.076 del 1990 si è passati ai 170.106 del 2011. Si pensi che il numero degli avvocati romani è pari a quelli di tutta la Francia.

Dura la vita anche per gli psicologi, che vivono delle difficoltà acuite dalla crisi, ma non causate dalla stessa. Retribuzioni basse (si viaggia sui 600 euro al mese) e alto tasso di disoccupazione per la metà degli psicologi iscritti al’albo. Anche per questa categoria il problema principale è un surplus di domanda: 1/3 degli psicologi europei vive in Italia.

In questo panorama difficile, ci sono categorie che si salvano? Certamente, le categorie economiche, come i commercialisti (da 57.177 a 63.391 euro l’anno), seguiti a ruota da ragionieri (dai 42.833 euro del 2004 ai 52.358 del 2012) e consulenti del lavoro.

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