Piazza Affari: la paura per il referendum trascina giù le banche

La paura per un esito negativo del prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre sta trascinando in territorio negativo il comparto bancario a Piazza Affari. Dopo una partenza positiva, infatti, il listino milanese sta perdendo terreno proprio a causa della pressione sui titoli degli istituti di credito, reduci da quattro sedute particolarmente pesanti.

Le azioni della Banca Popolare di Milano al momento cedono 3,85 percentuali, attestandosi a quota 0,31 euro.

Male anche il Banco Popolare (-4,07% a 1,96 euro per azione) e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-4,60% a quota 3,65 euro).

A influire sulla performance negativa dei titoli delle due banche prossime alla fusione ieri ci ha pensato Barclays, che pur mantenendo il giudizio “neutral” su Bpm e Banco Popolare, ha tagliato il prezzo obiettivo rispettivamente a 0,4 euro e a 2,4 euro.

Piazza Affari: i titoli Mps, Intesa e Unicredit

Il titolo Mps - banca da mesi al centro dell’attenzione per via del suo complicato piano di salvataggio - si muove a -4,25% a quota 0,23 euro per azione.

Negativa anche Intesa Sanpaolo (-3,06% a 2,03 euro). La banca guidata da Carlo Messina e Santander Asset Management stanno lavorando alla cessione delle rispettive quote in Allfunds Bank, la piattaforma di fondi che potrebbe valere 2 miliardi di euro.

Per Allfunds si sarebbero già fatti avanti alcuni operatori di private equity come Bain e Advent, i quali stanno valutando la possibilità di lanciare un’offerta congiunta. Gli altri fondi in campo sono Cinven, Permira, BC Partners e Hellman & Friedman.

Profondo rosso anche per le azioni Unicredit, che attualmente perde più di 3 punti percentuali scendendo a quota 1,93 euro per azione.

L’istituto di Piazza Aulenti, tramite una nota diffusa nella serata di ieri, ha fatto il punto della situazione dopo le ultime voci relative al piano di ristrutturazione. La banca ha spiegato che sta valutando l’aumento di capitale ma non ha ancora preso decisioni in merito.