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Per Tria, economia italiana vicina a stagnazione. Rallenta tutta l’Europa

martedì 15 gennaio 2019, di Elisabetta Scuncio Carnevale

L’economica italiana è prossima alla stagnazione. Ne è certo il ministro dell’Economia,Giovanni Tria, che, in attesa dei dati trimestrali del 2018, frena l’ottimismo del collega Luigi Di Maio.

Il titolare del Tesoro lo ha detto al termine della sua visita a Mosca, smorzando l’entusiasmo del vicepremier che, al contrario, continua ad annunciare un vicino boom economico.

Stagnazione, Tria: ‘spero temporanea’

“Prevediamo una situazione di stagnazione, spero temporanea, questo dicono i dati”, ha affermato il ministro Giovanni Tria. Parlando dei rapporti che intercorrono tra gli esponenti dell’esecutivo, il ministro ha poi negato contrasti in seno alla maggioranza. Nessuna divisione all’interno del governo, dunque, ma normali ‘discussioni sulle politiche’.

Tria ha speso qualche battuta anche sui crediti deteriorati delle banche:

“l’andamento degli Npl va bene, si stanno riducendo costantemente secondo gli impegni e i programmi europei, questo è certificato e quindi su questo fronte non c’è nessun problema.”

Non si sono fatti attendere i commenti dell’opposizione.

“Sembra che con questo governo la matematica sia diventata un’opinione, nel 2020 e 2021 ci sono 53 miliardi di risorse da trovare per non far salire l’Iva e nel frattempo rischiamo la recessione o la stagnazione. Io sono un ottimista ma troppe parole mi fanno paura, Di Maio non può far finta che il debito non esista”,

ha affermato Pier Luigi Bersani ospite a Dimartedì.

Debito che -come fa sapere Bankitalia- è aumentato a novembre di 10,2 miliardi rispetto al mese precedente, pari a 2.345,3 miliardi. Nei primi 11 mesi del 2018 risulta in crescita di circa 58 miliardi di euro e interessa soprattutto le amministrazioni centrali.

A scagliarsi contro le dichiarazioni del governo è Mara Carfagna che affida le sue considerazioni a un tweet.

Il periodo di difficoltà non riguarda soltanto il Belpaese. L’economia di tutta l’Europa sta rallentando più del previsto e dunque avrebbe bisogno degli stimoli della Banca centrale. Lo ha affermato il presidente Mario Draghi oggi intervenendo al Parlamento europeo.

“Gli sviluppi economici recenti sono stati più deboli di quanto atteso e le incertezze, in particolare relativamente a fattori globali, restano elevate”.

La ragione principale del rallentamento dell’economia, per Draghi, è l’incertezza geopolitica, che mette in discussione la Ue.

“Alcune cose vanno meglio, altre peggio, il risultato è che per ora l’incertezza proseguirà, cambia natura, e ha un costo che è minor fiducia”.

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