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Pensionati e Legge di Stabilità 2015: bonus 80 euro, Quota 96, patronati, anticipo Tfr, fondi pensione. Tutte le delusioni della manovra
mercoledì 12 novembre 2014, di
La Legge di Stabilità del 2015 non sarà ricordata come una manovra a favore dei pensionati e, fatto forse ancor più grave, viene vista con sospetto anche da chi il futuro previdenziale sta cercando di costruirselo fin da adesso. E’ questo, infatti, il bilancio che si può trarre dal quadro complessivo delle misure previste.
Niente bonus 80 euro ai pensionati, e si tagliano i patronati
Nonostante le continue promesse da parte dell’esecutivo, neanche stavolta il famoso bonus degli 80 euro è stato esteso ai pensionati. L’idea di concederlo almeno a chi percepisce assegni previdenziali particolarmente bassi, infatti, è naufragata rapidamente, lasciando con un palmo di naso i circa 7 milioni di anziani che vivono con meno di 1000 euro al mese. Ma non basta: il taglio di 150 milioni di euro a carico dei patronati inevitabilmente andrà a colpire proprio i pensionati, ovvero la categoria di cittadini che è più solita rivolgersi a questo tipo di ente.
Nessuna soluzione per i Quota 96, persiste il problema degli esodati
Mentre prosegue il dramma degli esodati, costretti ad aspettare le diverse salvaguardie previste di volta in volta dal Governo (siamo ormai alla sesta tranche) senza ottenere mai una soluzione strutturale, non è andata meglio neanche ai cosiddetti Quota 96. Il personale della scuola rimasto imbrigliato nei meccanismi previsti dalla Riforma Fornero (circa 4 mila persone) aspetta dal 2012 di poter andare in pensione ma, nonostante il tira e molla di iniziative parlamentari e le dichiarazioni d’impegno da parte dell’esecutivo, sembrano destinati a finire a bocca asciutta: il loro problema sembra scomparso dall’agenda politica.
Brutte notizie anche per i futuri pensionati
Persino più paradossale, però, appare il contesto che si va delineando per chi una pensione sta cercando ancora di costruirsela: la propagandata mossa dell’anticipo del Tfr in busta paga è già finita sotto lo sguardo attento di Bankitalia, la quale ha parlato chiaramente di un’iniziativa che può incidere negativamente “sulla capacità della previdenza complementare”. Senza contare, poi, l’aumento della tassazione sui fondi pensione, destinata a salire dall’11,5 fino al 20 per cento.