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Paolo Leon a Forexinfo: Letta deve chiedere l’acquisto del deficit italiano, altrimenti crollerà dopo le elezioni tedesche
venerdì 17 maggio 2013, di
Forexinfo intervista Paolo Leon, economista keynesiano e oggi professore emerito di Economia Pubblica alla Facoltà di Economia dell’Università Roma Tre.
Lo abbiamo intervistato sulle più recenti dinamiche del mondo economico.
Ecco le sue risposte.
1) Sempre di più in questi giorni si sta facendo sentire lo scontro tra Eurozona e Germania che sembrano sempre più divise; una Germania che impone le sue condizioni e un’Europa meridionale ferma in recessione. È favorevole ad una dissoluzione dell’area euro così come è nella sua forma attuale per porre fine alla crisi?
R. Il costo della dissoluzione sarebbe enorme, salvo che non si possa far ricadere sulla Germania: è il caso di un euro nordico, che consentirebbe a quello meridionale di svalutarsi. Il problema è che manca una qualsiasi autorità europea sui cambi, come potrebbe essere la Banca Centrale, e siamo ormai entrati nel circolo vizioso argentino: quando, avendo adottato il dollaro come moneta nazionale, l’economia di quel paese è crollata, avendo perduto ogni competitività. Quello che in Europa non si capisce è che i paesi in surplus non sono meno “colpevoli” dei paesi in deficit: in equilibrio i primi dovrebbero comprare beni e servizi dai secondi fino al punto di pareggiare i conti. Per verità, basterebbe che la Germania e gli altri nordici cominciassero a spendere, anziché risparmiare.
2) È fiducioso sul nuovo governo Letta? Pensa che il nuovo premier potrà guidare l’Italia fuori dalla sua stagnazione oppure pensa che si ripeteranno gli stessi errori del passato?
Il governo Letta vivrà pericolosamente, appeso al fino dei sondaggi del PdL. Il problema di Letta è che dovrebbe chiedere all’Europa qualcosa che la Germania non ha mai voluto, e cioè l’acquisto del deficit italiano ( e spagnolo, portoghese, greco, ecc.) da parte della BCE – cosa che succedeva normalmente tra il 1947 e il 1981 e che ha consentito lo sviluppo europeo – perché questo è il solo modo per uscire dal circolo vizioso dell’austerità, senza distruggere l’Euro. Se Letta riuscisse anche solo in parte, il suo governo diventerebbe più forte dei partiti che lo compongono. Altrimenti è destinato a cadere subito dopo le elezioni tedesche, il prossimo ottobre.
3) L’Italia avrebbe più vantaggi o svantaggi da un ritorno alla lira?
R. Sulla lira ho già detto: il nostro debito pubblico è in euro: ripagarlo con le lire future è praticamente impossibile, senza una devastante svalutazione, che farebbe aumentare ancora il peso del debito.
4) Gli Stati Uniti sembrano essere sulla strada della ripresa; in molti sostengono che l’inferiorità dell’Europa di fronte agli Stati Uniti sia rappresentata dal fatto che l’Europa continua a vivere nel passato, spesso e volentieri rifiutando cambiamenti e riforme. Pensa ci siano altri motivi alla base della differenza tra i due continenti?
R. La ripresa USA è debole, e la divaricazione tra l’andamento delle borse, che crescono rapidamente, e l’andamento dell’economia americana non annuncia nulla di buono. Le riforme invocate da qualcuno in Italia, per cambiare lo stato sociale, ridurre i beni pubblici, indebolire contratti e sindacati, sono solo un programma conservatore, se non peggio, e non offrono alcun rimedio alla crisi, perché sono riforme che riducono la spesa e perciò il PIL. Del resto, gli USA stanno faticosamente cercando di imitare l’Europa, come dimostra la riforma sanitaria di Obama. C’è sempre spazio per efficienza, ma affidare ai privati servizi pubblici significa soltanto creare rendite, non profitti. Rendere ancora meno rigido il mercato dell forza lavoro significa ridurre strutturalmente la domanda per consumi.