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PDL/Forza Italia: chi sono gli scissionisti e perché hanno “tradito”? Ecco nomi e motivazioni

sabato 16 novembre 2013, di Vittoria Patanè

Sarebbero in tutto 56 gli scissionisti che ieri hanno preso la decisione di lasciare il PDL/Forza Italia e fondare un altro partito chiamato “Nuovo Centrodestra”.

Capitanati dall’ormai ex segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, 30 Senatori e 26 Deputati (27 secondo Formigoni) hanno deciso di andarsene, scatenando dapprima l’ira e poi la profonda commozione del loro ex leader Silvio Berlusconi che, nel corso del Consiglio Nazionale tenutosi oggi al Palazzo dei Congressi dell’Eur, ha affermato:

La divisione è dovuta a distanze personali e va contro la visione di unire tutti i moderati che, se stessero insieme, sarebbero la maggioranza degli elettori",

ma subito dopo l’attacco, arriva l’apertura:

Con il Nuovo Centrodestra non dobbiamo scavare un solco che poi sarà difficile da rimuovere. Questo gruppo, anche se adesso apparirà come un sostegno alla sinistra, al Pd, dovrà poi necessariamente far parte della coalizione dei moderati, dobbiamo comportarci con loro come con Lega e Fratelli d’Italia”.

Gli scissionisti da canto loro non ci stanno ad essere considerati dei traditori e si difendono chiarendo le loro motivazioni: non vogliono far parte di un partito estremista e non vogliono far cadere il Governo.

Queste le due principali cause che hanno portato il Ministro agrigentino e altri illustri nomi ad abbandonare colui che per anni è stato il loro mentore e a prendere un’altra strada.

Chi sono gli scissionisti?

Oltre ad Angelino Alfano, colui che ha dato vita alla rottura, con il suo rifiuto di far cadere il Governo lo scorso 2 ottobre, ci sono altri nomi “di peso” tra quei 56 ormai ex rappresentanti del PDL che hanno deciso di chiudere con il Cavaliere.

Primo fra tutti, Roberto Formigoni. L’ex governatore della Lombardia , che aveva già espresso la volontà di creare un nuovo gruppo nel corso delle tumultuose giornate seguite al voto di fiducia, adesso invoca le primarie:

“Il candidato Premier, così come i candidati per tutte le cariche, si sceglierà con le primarie”,

afferma sicuro il ciellino.

A Formigoni si aggiungono poi i quattro Ministri che poco più di un mese fa erano andati contro i diktat di Berlusconi, assicurando il loro sostegno al Presidente del Consiglio Enrico Letta: il Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, quello della Salute Beatrice Lorenzin, delle Riforme Istituzionali, Gaetano Quagliarello, e dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo.

A completare il cerchio degli scissionisti troviamo Renato Schifani che, dopo aver combattuto numerose battaglie a fianco e a difesa del Cavaliere, ha deciso di schiararsi con gli alfaniani e rassegnare le proprie dimissioni da Presidente del Senato.

Tra gli scissionisti troviamo inoltre: il senatore Paolo Naccarato, il deputato Sergio Pizzolante, il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, il senatore Carlo Giovanardi, e i parlamentari Giuseppe Castiglione, Sergio Torrisi, Federica Chiavaroli, Andrea Augello, Laura Bianconi e Domenico Scillipoti.

Le dichiarazioni

Attualmente è in corso la conferenza stampa di “Nuovo Centrodestra” nel corso della quale Angelino Alfano ha intenzione di chiarire le motivazioni della sua scelta:

"Siamo qui per annunciare pubblicamente la nascita dei gruppi parlamentari del nuovo centrodestra. Decisione che mai avremmo creduto di dover assumere perché nasce dalla scelta di non aderire a Forza Italia, scelta per me dolorosa e amarissima. Una scelta compiuta per assicurare che il centrodestra, nella percezione dei cittadini, avesse al centro sempre e solo l’Italia",

ha ribadito oggi il vicepremier.

A spiegare i motivi della scissione ci ha pensato ieri anche Maurizio Lupi che ha affidato le proprie dichiarazioni a Twitter:

Le abbiamo provate tutte per stare uniti. Ma non si può gettare nel caos il paese.

Non ce l’hanno con Berlusconi assicurano, al quale confermeranno sempre il loro appoggio, ma con i falchi. Forza Italia sarà secondo loro un partito in mano agli estremisti: Santanchè, Brunetta e Verdini su tutti.

E agli estremismi, gli scissionisti hanno deciso di dire no. L’Italia in questo momento non può permettersi altre lotte, ma soprattutto non può permettersi un’altra crisi di Governo. Sarebbero infatti queste, secondo Alfano e i suoi, le intenzioni del nuovo partito di Berlusconi. Intenzioni che senza questi 56 rappresentanti diventano molto più difficili da attuare.

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