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Occupazione Eurozona: buone notizie. Torna la legge di Okun - BCE
mercoledì 21 settembre 2016, di
Occupazione Eurozona: buone notizie in arrivo dalla BCE. Secondo alcuni ricercatori della Banca Centrale Europea buone nuove sono in arrivo per chi è in cerca di occupazione: la legge di Okun è tornata. Ma cos’è la legge di Okun e cosa ha a che vedere con l’occupazione dell’Eurozona?
Il calo della disoccupazione nell’Eurozona a partire dal 12,1% di inizio 2013 al 10,1% di aprile 2016 è stato più veloce di quanto gli economisti e i policy maker avessero anticipato. Nell’Eurozona il legame tra Pil e occupazione sembra tornato forte come prima del 2008. Il rapporto fra Pil e occupazione, noto come legge di Okun, si era fortemente indebolito con l’esplosione della crisi finanziaria globale, ma ora, secondo gli economisti della BCE, appare più forte di prima. Buone notizie, insomma, per chi è in cerca di occupazione nell’Eurozona.
La legge di Okun prende il nome dall’economista Arthur Okun, il quale ha individuato la relazione esistente tra prodotto interno lordo e occupazione. Ora la legge di Okun, precedentemente indebolita e messa da parte, sembra tornare alla ribalta. Se cresce il Pil di un’economia, in questo caso dell’Eurozona, crescerà anche la sua occupazione. È questa la relazione espressa dalla legge di Okun.
Occupazione Eurozona e legge di Okun: lo studio BCE
Lo studio sull’occupazione dell’Eurozona e sulla legge di Okun pubblicato dalla BCE suggerisce che il cambiamento sociale e le riforme strutturali hanno reso il mercato del lavoro più flessibile e dinamico, il che fa ben sperare per le prospettive economiche dell’Eurozona, dato che un incremento dell’occupazione e dunque una ripresa del mercato del lavoro sono cruciali per la fiducia e per i consumi nel periodo successivo alla crisi.
“Le prove ci suggeriscono che le recenti riforme hanno contribuito ad aumentare l’occupazione. Questi guadagni dell’occupazione sono stati in parte causati da cambiamenti strutturali in corso in tutta l’Eurozona”,
ha affermato la BCE. Alcuni paesi dell’Eurozona come la Spagna e la Grecia, che hanno accettato i piani di salvataggio, hanno messo in atto riforme dolorose negli anni passati. Questo ha reso più facile per le aziende regolare la dimensione della forza lavoro in risposta alle mutevoli condizioni economiche. La legge di Okun è tornata dunque alla ribalta. Ecco in quali paesi dell’Eurozona si registra una maggiore flessibilità nel settore dell’occupazione:
Occupazione: torna la legge di Okun. I fattori economici di lungo periodo
Secondo la BCE, nel discorso sull’occupazione dell’Eurozona sono da fare anche considerazioni su fattori economici di lungo periodo. Lo spostamento verso il settore dei servizi - che ha creato circa 3,2 milioni di nuovi posti di lavoro dall’inizio del recupero nell’Eurozona - è stato un vantaggio, perché le società di servizi tendono ad assumere più lavoratori.
Ad influenzare positivamente la legge di Okun, ossia l’andamento dell’occupazione nell’Eurozona, è anche la diminuzione dell’orario lavorativo, secondo gli economisti della BCE. Le persone lavorano meno ore: un terzo delle nuove assunzioni sono part-time. Lo studio della BCE sull’occupazione dell’Eurozona e sulla legge di Okun dimostra che più della metà dei lavoratori ha interesse ad essere impiegato part-time, mentre il resto vorrebbe lavorare più ore. Come conseguenza di questa riduzione delle ore lavorative, la crescita dei salari nell’Eurozona è stata interrotta, il che ha aiutato a sostenere e bilanciare l’aumento dell’occupazione.
Nonostante le buone notizie in arrivo per l’occupazione dell’Eurozona, il ritorno della legge di Okun non deve distogliere l’attenzione da un problema fondamentale sottolineato dalla BCE: la produttività dell’Eurozona rimane ancora allo stesso livello a cui era prima della crisi economica.


