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Nuovo regime dei minimi: si cambia ancora? Renzi promette la riforma
sabato 17 gennaio 2015, di
"L’autogol più clamoroso".
E’ lo stesso Premier ad etichettare così quella che è stata l’azione del suo Governo sulle Partite IVA, la cui tassazione agevolata è triplicata: dal 5% al 15%.
Il nuovo regime dei minimi 2015 è entrato in vigore tra le polemiche e le corse per rientrare nel regime dei vecchi minimi entro il 30 gennaio 2015, come ha assicurato l’Agenzia delle Entrate.
Come rientrare nel vecchio regime dei minimi con aliquota al 5%? Bastano 3 semplici mosse:
- essere in possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi;
- dichiarare come data di inizio attività il 31 dicembre 2014;
- chiedere di potersi avvalere del regime agevolato previsto dal dl n.98/2011 abrogato dalla Legge di Stabilità 2015 (art.1, comma 85, lettera b, legge n. 190/ 2014).
Secondo la legge sarebbe possibile rientrare nel vecchio regime dei minimi grazie all’art. 35 del dpr n. 633/1972, che prevede 30 giorni di tempo per i soggetti che intraprendono l’esercizio di un’impresa per darne comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Alla luce di ciò sarà possibile entro il 30 gennaio aprire una partita IVA che sia relativa ad un’attività avviata il 31 dicembre 2014.
Possibili modifiche in arrivo?
Dopo il mea culpa, Renzi è pronto a fare dietrofront? Potrebbe scattare una riforma nella riforma, una modifica in extremis?
Forse. Insieme ad una revisione delle aliquote dei professionisti iscritti nella gestione separata, che hanno subito un aumento nel 2015, l’intento del governo, dopo la figuraccia, soprattutto perché si è sempre proclamato in favore dei giovani, sarebbe quello di riportare l’aliquota al 5% (o al massimo al 10%).
Una buona occasione per intervenire potrebbe essere quella della presentazione degli emendamenti al Milleproroghe, il decreto che ha bloccato la proroga sugli sfratti. In tale occasione Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia, ha proposto il congelamento del vecchio regime dei minimi anche per il 2015.
Il ministro Poletti ha dichiarato:
"Sugli aspetti fiscali del nuovo regime sarà il Ministero dell’Economia a predisporre opportune modifiche, mentre per gli aspetti previdenziali confermo e mi impegno ad adottare i necessari interventi. Posso anticipare la mia intenzione di incontrare le associazioni e le figure professionali interessate da questo provvedimento nei prossimi giorni per superare i profili critici”.
Insomma la partita non sembra chiusa per i professionisti, prima beffati e poi spinti verso il baratro dell’incertezza. Alla prossima puntata.