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Nuovo Isee 2015, a rischio esenzioni, detrazioni e riduzioni Tasi e Tari. Allarme di Confedilizia: nuova batosta per i proprietari di casa
venerdì 14 novembre 2014, di
Nuovo Isee 2015, l’ennesima batosta per i proprietari di casa è servita? A dirlo è Confedilizia, di fronte al fatto che il rinnovato indicatore della situazione economica dal prossimo anno potrà essere utilizzato dagli enti locali per concedere riduzioni, esenzioni o detrazioni Tari e Tasi, purché legate al reddito familiare. Niente di male, almeno sulla carta, ma, secondo l’Associazione, il meccanismo rischia di danneggiare i piccoli proprietari di casa: non solo per il rischio di perdere il diritto ad alcune agevolazioni stabilite per le imposte sugli immobili, ma anche per la possibilità di dover rinunciare a diverse prestazioni sociali.
Valore degli immobili ai fini Imu: addio alle prestazioni sociali per i proprietari di casa?
Confedilizia sostiene che il nuovo Isee sarà falsato, poiché il passaggio dal valore degli immobili attraverso i vecchi coefficienti (fino al 2014) a quello calcolato sull’Imu (più alto del 60% rispetto all’indicatore Ici) avrà l’effetto di far perdere l’accesso prestazioni sociali agevolate (come assegni familiari, di maternità, rette per gli asili nido, mense scolastiche e via dicendo). Tutte prestazioni, ad oggi, erogate in virtù dell’attuale indicatore, basato sull’imponibile Ici; con il passaggio al nuovo Isee, quindi, i piccoli proprietari di casa che godono di questi benefici rischiano di dovergli dire definitivamente addio.
Le attuali riduzioni tariffarie per Tasi e Tari
Oltre al danno la beffa: non solo si mettono in discussione alcuni benefici fondamentali, di cui oggi gode anche chi possiede una casa, ma in gioco ci sono tutte le riduzioni tariffarie o esenzioni Tasi e Tari attualmente previste in particolari situazioni. Ad esempio, alcuni sconti vengono riconosciuti (ai sensi dei commi 659 e 679 della vecchia Legge di Stabilità) per abitazioni con unico occupante, o a disposizione solo per uso stagionale, oppure occupate da soggetti che risiedono per più di 6 mesi all’anno all’estero.
Tutte opzioni che nel 2015 potrebbero venir meno, in un contesto dove i proprietari di casa guardano con preoccupazione a cosa succederà già a partire dal prossimo mese di gennaio.