Nuova crisi dal 2014? Banca Mondiale denuncia Mario Draghi e prestiti BCE

Ci sarà una nuova crisi dal 2014: la Banca Mondiale ne è sicura e di questo accusa Mario Draghi e la BCE, colpevole delle maxi-iniezioni di liquidità alle banche.

Crescita economica europea non prima del 2015

"Si tratta di una montagna di debito contro cui andremo a sbattere. Ci sarà un altro grande botto nell’economia globale nel 2014 e 2015", ha dichiarato il capo economista della Banca Mondiale Kaushik Basu. Il pensiero di Basu è chiaro e lineare e coerente anche a tutti quelli espressi dagli economisti contrari ai maxi-prestiti, serviti solo ad acquistare tempo, ma non certo "a risolvere i problemi alla radice".

La colpa della BCE è non aver utilizzato giustamente il tempo acquistato: "Non penso che la BCE avesse altre scelte, ma quando si guadagna tempo è necessario sfruttarlo per agire, altrimenti la crisi ritornerà. E questo rischio c’è".
Secondo le previsioni di Basu, la crescita economica dell’eurozona non si riprenderà prima del 2015.

Per quanto riguarda i prestiti alle banche europee, su un totale di 1.019 miliardi di euro, le banche italiane ne hanno beneficiato per 270 miliardi: l’istituto italiano a goderne di più è stato Intesa Sanpaolo, con 36 miliardi; a seguire, Unicredit (24), Monte dei Paschi di Siena (20), Mediobanca (7,5), che precedono altri dieci istituti circa, stando all’indagine condotta da Gianni Dragoni in "Banchieri & Compari" (Chiarelettere).

La voce di Basu, dunque, va ad aggiungersi al coro di pareri contrari ai prestiti, utilizzati apparentemente per salvare l’Eurogruppo, ma che in realtà manderanno in rovina l’Europa per altri 3 anni ancora. Ma invece di soffermarci sulla previsione shock dell’economista indiano, la domanda che ci poniamo alla fine è questa: perché non è stato sfruttato il tempo acquistato per pensare a nuove efficienti manovre di salvataggio?