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Mastrapasqua si è dimesso, ma all’INPS restano debiti. Quali sono i problemi da risolvere?

martedì 4 febbraio 2014, di Valentina Pennacchio

Dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua, l’opinione prevalente è che Treu sarà il nuovo presidente INPS. In attesa di un’eventuale conferma, ciò che preoccupa davvero i lavoratori e i pensionati è la situazione patrimoniale dell’ente pensionistico.

Come sappiamo l’INPS ha un deficit di circa 9 miliardi, secondo le stime del Civ (Comitato di indirizzo e vigilanza) destinato a crescere: sono previste perdite miliardarie anche per quest’anno e il prossimo anno.

Chi paga? Lo scorso anno lo Stato si è fatto carico di bene 112,5 miliardi da trasferire all’INPS, cioè il 6,6% in più rispetto al 2012. Per capire l’entità del problema basta citare altri numeri. Nel 2008, prima della crisi, lo Stato ha sborsato "solo" 73 miliardi. Insomma, il sunto è: la crisi ha aumentato l’esborso statale del 53% (39 miliardi di euro).

Ma lo Stato come fa a sborsare miliardi di continuo? Grazie al sistema tributario a carico del contribuente, ovviamente.

Lo squilibrio tra entrate e uscite è troppo forte. Le prestazioni erogate sono maggiori dei contributi ed il motivo è facilmente intuibile visto i tassi di disoccupazione in Italia.

A questo quadro disarmante si aggiungono le perdite per quanto riguarda il patrimonio immobiliare nell’era Mastrapasqua, ben 380 milioni di euro. Che dire, la gestione di "Mr Poltrone" è stata davvero impeccabile.

Chi paga le pensioni?

Anche la risposta a questa domanda è ormai lampante. Chi paga le pensioni? I precari, quelle stesse persone che, con tutta probabilità, non avranno la pensione o avranno un assegno che gli farà condurre una vecchiaia in povertà.

I parasubordinati, i lavoratori con contratti atipici, sempre più frustrati a causa di un futuro nebuloso che non prende forma, oggi hanno una responsabilità enorme: sostenere la previdenza italiana, visto che i loro contributi sono versati a fondo perduto (raggiungeranno mai i requisiti pensionistici lavoratori costretti a passare da un contratto all’altro, stare fermi per dei mesi, poi ricominciare?), ma oggi servono a pagare le pensioni degli attuali pensionati.

Dei "precari salvatori" ne avevamo già parlato in un precedente articolo, facendo riferimento al parere della Corte dei Conti che si era espressa in questi termini:

"Al contenimento della gravosa perdita economica totale concorre tuttavia il massiccio saldo positivo di esercizio dei ’parasubordinati’ e quello delle prestazioni temporanee, i cui netti patrimoniali consentono ancora la copertura di quelli negativi delle altre principali gestioni e il mantenimento di un attivo nel bilancio generale, esposto peraltro a rapido azzeramento".

C’è poi il problema degli esodati, un nome creato ad hoc per indicare una categoria scomoda: cittadini che non hanno né uno stipendio, né una pensione.

Insomma, il problema delle pensioni è più vivo che mai. Guardate questo video de "La Gabbia" dell’11 dicembre in cui una cittadina che ha versato i contributi a più enti previdenziali si ritrova senza pensione. Un caso in cui sicuramente si riconosceranno molti altri, che mostra l’anomalia del sistema italiano, che non può continuare a contare su una categoria instabile, come quella dei precari. Una categoria che va piuttosto stabilizzata.

Probabilmente Mastrapasqua avrebbe dovuto dimettersi molto prima di collezionare queste cifre in rosso. Il compito del suo successore, che sia Treu oppure no, è davvero arduo: riavviare la macchina previdenziale in agonia, operazioni che richiede sicuramente un intervento strutturale su più livelli. Non si può solo continuare a rattoppare i buchi, senza evitare di crearli.

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