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Le pressioni sui mercati potrebbero continuare anche nel 2019
mercoledì 26 dicembre 2018, di
Il 2018 sta volgendo al termine, portando con sé un numero importante di avvenimenti che avranno un ruolo dominante anche nel 2019, in particolare per quanto riguarda la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ben distante dalla risoluzione.
In generale, quest’anno è stato particolarmente negativo in termini di dati economici, soprattutto nel Vecchio continente, dove si è registrata una crescita più lenta di quella relativa al 2017. Con particolare riferimento all’ultima parte dell’anno poi, il clima sui mercati è peggiorato notevolmente.
Secondo Alessandro Allegri, Amministratore Delegato di Ambrosetti AM SIM, il 2019 si aprirà con una situazione di “decadimento progressivo dei potenziali di crescita nei trimestri a venire”. In particolar modo, Allegri afferma che questo fatto si verificherà soprattutto in Usa, la cui economia è arrivata alla maturazione di un ciclo estremamente positivo e che ha permesso una forte crescita negli ultimi 10 anni.
Il contesto si complica se si pensa alla politica monetaria della Federal Reserve, la cui dinamica dei aumenti del costo del denaro resta a rialzo, anche se subordinata ai dati che arriveranno dall’inflazione e dal mercato del lavoro.
Nell’UE e in Giappone invece, con la politica degli istituti centrali che resta accomodante e il ciclo economico in fase di sviluppo, la situazione è diversa, ma “questo ritardo nella crescita presuppone il mantenimento di fragilità strutturali che rallentano i flussi in acquisto da parte degli operatori”, sottolinea l’AD di Ambrosetti.
Il quadro appare molto frammentato e gli investitori dovranno andare a ricercare le migliori occasioni in termini di rapporto rischio/rendimento.
Per l’esperto inoltre, gli operatori dovranno accettare un aumento del rischio anche nel comparto dei bond governativi per ottenere buoni risultati. Per quanto riguarda il contesto delle valute, nella prima parte del prossimo anno è attesa una relativa stabilità.
Dal punto di vista delle materie prime, le quotazioni del petrolio hanno ampi margini di manovra, a dispetto dei recenti crolli. “Qualche potenzialità in più arriva dai metalli preziosi, dall’oro in particolare, chiamato nel breve a svolgere un ruolo di temporaneo bene rifugio e ad accogliere flussi in acquisto probabilmente più significativi”, chiosa Alessandro Allegri.