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La sterlina potrebbe apprezzarsi prima del vertice UE?
giovedì 30 novembre 2017, di
La sterlina otterrà un apprezzamento solo dopo l’esito del vertice UE? Stephen Isaacs, analista di Alvine Capital, ha detto che per una crescita del pound è necessario superare il primo step delle trattative, ovvero quello concernente il pagamento per uscire dall’Unione Europea, la cosiddetta Brexit bill.
La sterlina si apprezzerà se si passerà alla fase 2?
Secondo Stephen Isaacs il passaggio dalla prima fase delle trattative, ovvero quella riguardante la Brexit bill, alla fase 2, ovvero quella riguardante il commercio è fondamentale per la crescita del valore della sterlina.
Infatti il GBP ha raggiunto un livello massimo da due mesi ieri mercoledì 29 novembre, dopo che i media hanno detto che il governo britannico aveva aumentato la propria offerta economica per l’Unione Europea.
Dunque non sarà necessario, per Isaacs, attendere l’esito del summit europeo del 14 e 15 dicembre prossimo per vedere effetti positivi sulla sterlina, ma qualche segnale potrebbe esserci già nei prossimi giorni.
Secondo gli analisti di Nomura la sterlina si apprezzerà in caso di raggiungimento effettivo di un accordo fra UK e UE, in particolare riferendosi al cambio GBP/CHF e GBP/JPY, ovvero quelli con le due monete rifugio franco svizzero e yen giapponese.
L’offerta del Regno Unito sembra essere di 55 miliardi di euro, ma attualmente non ci sono ancora notizie ufficiali.
I motivi dell’impasse
Superare l’impasse è indispensabile per poter parlare di accordi commerciali, ma restano sul tavolo altri due grandi temi, come il confine fra Irlanda e Irlanda del Nord (facente parte del Regno Unito) e i diritti dei cittadini europei in Gran Bretagna e viceversa.
I negoziati per la Brexit, che erano iniziati lo scorso giugno 2017, avrebbero dovuto trovare un accordo a proposito dei temi sopraelencati nell’ottobre dell’anno in corso, ma a causa del mancato accordo della Brexit bill l’impasse si è prolungato, portando la sterlina a un deprezzamento.
Il motivo del prolungamento può essere riconducibile ai problemi interni del governo di Theresa May, dove una buona parte del partito conservatore non è d’accordo con la linea presa da Downing Street e vorrebbe una hard brexit, come il ministro degli esteri Boris Johnson.
Dall’altra parte c’è la fermezza europea nel voler far pagare al Regno Unito tutti gli impegni finanziari che lo Stato d’oltremanica ha firmato nel corso degli ultimi anni.