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L’Eurozona torna in deflazione, Italia ai minimi dal 1959. Ora tocca a Draghi
mercoledì 7 gennaio 2015, di
L’Eurozona è ufficialmente entrata in deflazione, ce lo dice L’Eurostat. Nel mese di dicembre, l’indice dei prezzi al consumo dell’Europa a 19 è sceso dello 0,2% sull’anno e ha registrato un ribasso netto rispetto al +0,2% di novembre 2015, assestandosi allo 0,0%. Non si vedeva un dato tanto negativo da più di cinque anni, cioè dall’ottobre 2009.
(Fonte: Bce)
"Una fase temporanea di inflazione negativa e’ una situazione distinta da una fase di deflazione. Sulla base delle previsioni economiche europee man man che si rafforzerà l’attività economica il tasso di inflazione risalirà".
Questo il commento della portavoce della Commissione Europea che tenta dunque di rassicurare i mercati. Ma la situazione sembra ben diversa.
La notizia era attesa dai mercati. A questo punto la Banca Centrale Europea non avrà più alibi e sarà costretta a istituire nuove misure di politica monetaria volte a far risalire l’inflazione. L’obiettivo del 2% sembra ormai una sorta di utopia.
Italia, minimi dal 1959
Ma se va male all’Eurozona, l’Italia sembra cadere nel baratro. Secondo le stime pubblicate dall’Istat infatti, la variazione è nulla sia su base mensile che su base annuale. A novembre era andata bene (+0,2% tendenziale), mentre nel mese di dicembre siamo arrivati all’azzeramento a causa:
dell’ulteriore calo dei prezzi dei carburanti (-7,5% annuo per la benzina, -9,0% per il diesel). Il tasso d’inflazione medio annuo per il 2014 è pari allo 0,2%, in netta frenata rispetto al 2013, quando era all’1,2% (in dodici mesi è stato perso un punto percentuale). È il tasso più basso dal 1959, oltre mezzo secolo.
Inflazione e petrolio
Secondo l’Eurostat il crollo dell’inflazione registratosi nel mese di dicembre è stato causato soprattutto dalla caduta dei prezzi energetici dell’energia (-6,3%, contro il -2,6% di novembre), mentre i prezzi degli alimentari sono rimasti stabili (contro +0,5% a novembre), così come i listini dei beni industriali. Segno positivo quello dei prezzi dei servizi (+1,2%, contro lo zero di novembre).
Germania
Scende l’inflazione pure in Germania, dove l’indice dei prezzi al consumo subisce una pesante battuta d’arresto nel mese di dicembre. Secondo l’istituto di statistica Destatis, l’indice armonizzato europeo è stato pari a +0,1% a fronte del +0,5% di novembre. Il dato rappresenta il peggior risultato dall’ottobre 2009.
Spagna
Ricordiamo che anche in Spagna la deflazione è diventata un realtà preoccupante. Nei giorni scorsi è stato infatti diffuso l’indice dei prezzi al consumo di Madrid che, nel mese di dicembre, ha fatto segnare un -1.1% su base annua (era -0,4% nel mese di novembre).
Draghi e la BCE
Lo scenario presentato oggi dall’Eurostat era stato "commentato" dal presidente della BCE Mario Draghi che, nel corso di un intervista al giornale tedesco Handelsblatt, aveva parlato del pericolo deflazione:
«Il rischio non si può completamente escludere, anche se è limitato».
Il dato di oggi impone una risposta immediata da parte della BCE. Nonostante la causa del ribasso sia il crollo dei prezzi del greggio, l’Eurotower dovrà fare qualcosa, nonostante il governatore della Bundesbank Jens Weidmann cerchi ancora rimandare il Quantitative Easing, sostenendo che la discesa dell’Eurozona in deflazione per qualche mese non deve essere considerata allarmante, mentre il crollo dei prezzi del e anzi che la caduta del prezzo del petrolio potrebbe dare un’ulteriore spinta alla ripresa dell’Eurozona.
Ricordiamo che il Consiglio Direttivo si riunirà il prossimo 22 gennaio. Quella sarà la data chiave per conoscere quali saranno le decisioni della BCE. Nel frattempo, sono sempre di più gli analisti che credono nell’arrivo di un programma massiccio di acquisto di titoli di Stato.
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