Home > Altro > Archivio > Italia: si avvicina l’ora della verità. Le possibilità secondo la stampa estera
Italia: si avvicina l’ora della verità. Le possibilità secondo la stampa estera
giovedì 11 aprile 2013, di
Il tempo stringe per i politici italiani in vista del 18 aprile, data in cui si inizierà a votare per un nuovo capo di Stato.
Fino ad allora, i principali leader dei partiti possono provare faticosamente a trovare un accordo di coalizione per formare un governo.
Un piccolo passo in questa direzione è stato fatto quando il leader del centro-destra Silvio Berlusconi ha annunciato che era stato invitato a incontrare Pier Luigi Bersani, la sua controparte sul versante centro sinistra. Ma non è stata ancora fissata una data, ha detto Berlusconi.
Bersani, nel frattempo, ha sfruttato un’apparizione televisiva martedì per alludere ad un episodio del 1976 in cui l’Italia si è data un "governo di minoranza", ossia un governo che gli avversari non hanno sostenuto nel voto di fiducia, tollerandone comunque la nascita.
Nel 1976, in un momento di difficoltà economica e di disagio sociale, il Partito Comunista italiano ha deciso di non opporsi al primo governo di minoranza, gestito dai soliti leader Cristiano Democratici che hanno governato l’Italia del dopoguerra per decenni. Per la cronaca, il partito, che ha vinto il 34% dei voti contro il precedente 38% per Democrazia Cristiana, ha poi votato attivamente per il governo in quello che è stato considerato come un atto di responsabilità nazionale.
Un nuovo 1979?
Il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che aveva 50 anni allora, ricorda il momento con affetto, dicendo che ha rispecchiato il "coraggio" di tutti i partecipanti. In un discorso fatto lunedì, ha esortato i "contendenti" di oggi a replicare l’atto.
Questa è la soluzione che vuole Bersani: un governo basato sull"l’assenza di una mozione di sfiducia".
Ma non è quello che vuole Berlusconi. L’ex premier vuole un’ampia coalizione in stile tedesco, presumibilmente con alcuni dei suoi funzionari del Popolo della libertà. In caso contrario, con un governo in carica, egli rischia di essere assalito da una legislazione ad hoc, guidata dal Partito Democratico del signor Bersani e il nuovo arrivato Movimento Cinque Stelle dell’ex comico Beppe Grillo.
Il tempo stringe
Il mandato di Napolitano scade a maggio ma i legislatori eletti dal voto inconcludente di febbraio cominceranno a scegliere il suo successore a partire da giovedì prossimo (18 aprile).
Il processo può essere lungo, oppure può anche essere veloce come il recente conclave del Papa.
Nel 2005, Napolitano vinse al quarto scrutinio.
Se Bersani riesce a trovare un accordo con Berlusconi, potrebbe essere in grado di perseguire il suo governo di minoranza. Tecnicamente, si potrebbe anche stringere un accordo con il Movimento Cinque Stelle, ma i suoi leader hanno insistito sul fatto che non potranno mai votare la fiducia ad un governo guidato dai partiti.
Massimo D’Alema, l’unico ex comunista che sia mai stato primo ministro - non per le elezioni ma in sostituzione di Romano Prodi nel 1998 - e Giuliano Amato - due volte primo ministro, ma anche lui mai grazie alla urne - sono considerati accettabili per Berlusconi, che oltre alla politica ha diversi processi in corso che minacciano il suo status.
Un’altra possibilità è Emma Bonino, da tempo attivista del Partito Radicale che ha a lungo sposato politiche che sono un anatema per la sinistra tradizionale italiana, ma che si è comunque unita alla coalizione di centro-sinistra nel 2006.
La cosa più importante è che il capo dello Stato può dissolvere legislature e indire elezioni anticipate, probabilmente la prima cosa che farà chiunque verrà eletto.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Wall Street Journal |