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Italia paese più indebitato d’Europa!

lunedì 16 giugno 2014, di Nicola D’Antuono

In base alle recenti rilevazioni di Bankitalia, riportate nell’ultimo bollettino statistico, ad aprile il debito pubblico dell’Italia è aumentato di altri 26,2 miliardi di euro nonostante l’elevata tassazione imposta a imprese e famiglie e le dolorose misure di austerità implementate negli ultimi anni di grave crisi economica. L’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche è così volato al nuovo massimo storico di 2.146,4 miliardi di euro. A questo punto, in attesa dei dati ufficiali sul debito tedesco, l’Italia dovrebbe essere diventato il paese più indebitato d’Europa. Il debito pubblico di Berlino era di 2.160,9 miliardi di euro a fine 2012, molto più alto di quello italiano.

Sotto la guida di Angela Merkel è stato portato avanti un percorso virtuoso fatto di crescita, avanzo primario record, calo costante della disoccupazione e riduzione sia del debito che del deficit di bilancio. A fine dicembre 2013 il debito pubblico della Germania era sceso a 2.147 miliardi di euro. Siccome il trend per il debito teutonico è discendente, l’Italia dovrebbe aver superato la Germania in questa speciale classifica dove il primo in graduatoria non può di certo gioire. Bisogna sottolineare, però, che la Germania ha un’economia molto più grande e solida dell’Italia, per cui l’ammontare di debito tedesco non appare certo preoccupante.

A Via Nazionale hanno spiegato che l’incremento del debito pubblico in Italia va motivato con l’aumento del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche per un ammontare pari a 11,3 miliardi di euro, oltre all’incremento di 15,3 miliardi di euro delle disponibilità liquide del Tesoro, che a fine aprile hanno raggiunto un controvalore totale di 77,4 miliardi di euro rispetto ai 42 miliardi di dodici mesi prima. Un altro elemento che ha contribuito all’aumento del debito pubblico è stato il sostegno finanziario di 2,9 miliardi di euro, dovuto per la propria quota di capitale nell’ambito dell’European Stability Mechanism (ESM), e di 1,5 miliardi di prestiti erogati tramite l’European Financial Stability Facility (EFSF).

Infine, è stato possibile contenere l’aumento del debito per 500 milioni di euro con l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e la rivalutazione dei BTp indicizzati all’inflazione (BTpi). Bankitalia ha poi contabilizzato entrate tributarie per 28,6 miliardi di euro, il 2% in meno rispetto a un anno prima. Complessivamente nei primi 4 mesi dell’anno le entrate per lo Stato italiano sono cresciute dell’1,2%, per un controvalore di 1,4 miliardi di euro. Il problema del debito pubblico non fa dormire sonni tranquilli alla politica italiana, visto che il pil nominale è diminuito tantissimo negli ultimi anni e che da qui a fine anno dovrebbe crescere meno dell’inflazione.

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