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Italia: i due elementi che ci rendono il fanalino di coda europeo
sabato 22 luglio 2017, di
L’Italia non può di certo essere considerata come uno dei Paesi che trainano la ripresa economica mondiale.
Come ha fatto notare una recente analisi del Centro Studi Confindustria, ad oggi l’Italia deve essere considerata come una mera inseguitrice della ripresa.
Certo è che quest’ultima è stata acciuffata per la coda e il Belpaese non sembra avere alcuna intenzione di mollare la presa. Tuttavia, da qui a dire che l’Italia fa parte del gruppo di testa c’è ancora molta strada da compiere.
A pesare sul Belpaese e sulle sue potenzialità di crescita sono due elementi fondamentali: la bassa occupazione e l’emigrazione giovanile.
L’analisi
La discussione sul tema è stata condotta dal già citato Centro Studi Confindustria che non si è soltanto limitato a mettere in luce le caratteristiche mancanti e penalizzanti il Belpaese. Il monito, infatti, non è tardato ad arrivare:
“Rimane cruciale il passaggio di una manovra d’autunno che punti sul rafforzamento degli investimenti e sul lavoro giovanile”,
si legge nella Congiuntura flash di Confindustria.
Solo in questo modo l’Italia riuscirà ad accelerare e ad arrivare in testa al gruppo dei Paesi che trainano la ripresa economica mondiale. In caso contrario, lo Stivale rimarrà sempre e solo un fanalino di coda.
L’Italia spiegata in dati
Quanto cresce il Belpaese? Secondo le stime di Confindustria il prodotto interno lordo italiano è salito dello 0,3% nel secondo trimestre dell’anno e sarà in grado di registrare incrementi anche maggiori nei mesi estivi. In aumento nel secondo trimestre anche la produzione industriale a +0,6%.
Nonostante sia una delle qualità mancanti poiché vanta ancora livelli troppo bassi, anche l’outlook sull’occupazione non è dei peggiori. Le stime sull’attuale trimestre, scrivono dal Centro Studi, confermano l’aumento della domanda di lavoro. Nel 1 ° trimestre gli occupati sono aumentati dello 0,2%, mentre nel bimestre aprile-maggio dello 0,3%.
La situazione potrebbe migliorare ancora, per il Centro Studi, grazie alla tanto attesa manovra d’autunno. L’Italia sarà in grado di correre come gli altri Paesi?