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Ipotesi nuovo governo: quale futuro per l’Italia?

mercoledì 6 marzo 2013, di Valentina Pennacchio

Circa una settimana fa si sono schiuse le urne di queste attese elezioni politiche 2013. Lo spoglio ha decretato il vincitore. Si, ma quale? Secondo alcuni sarebbe Berlusconi, protagonista dal nulla di un’incredibile rimonta, che ha fatto vacillare quello che secondo i sondaggi era dato come il vincitore certo delle elezioni 2013: Bersani. Fin qui nulla di nuovo. La competizione elettorale italiana ha avuto sempre una dinamica bipolare, favorita da una logica delle alleanze che assicurava la vittoria al centrodestra oppure al centrosinistra. Stavolta qualcosa è cambiato.

La novità si chiama Grillo ed ha sovvertito tutti i pronostici precedenti con il suo M5S. Un movimento che ha raccolto voti di protesta, di disillusione politica, di esasperazione, ma che ha segnato anche l’inizio dell’ingovernabilità e del caos. Bersani ha preso le distanze dal PDL e dall’ipotesi del governassimo e ha preparato un programma di 8 punti per ottenere la fiducia a quello che ha definito un “governo di cambiamento”, nonchè un contatto con Grillo, contrario sia all’ipotesi di un governo tecnico sia a quella di un governo di partiti, nonostante sul web, strumento tanto amato del leader dei grillini, si sia diffusa una petizione: “Caro Grillo, dai fiducia al governo”. Secondo un sondaggio Piepoli il 63% degli italiani sarebbero contrari ad un governo PD-M5S. E allora dove deve andare l’Italia? Come uscire da quest’impasse?

I mercati puntano i riflettori sull’Italia e manifestano un duplice timore: l’emergere di Grillo sullo scenario politico italiano e l’incertezza che potrebbe zavorrare la Borsa e far schizzare lo spread, visto che al momento l’Italia si presenta al mondo come un “rebus senza soluzioni”. Mario Monti non ha dubbi: Nessuna delle forze politiche affermatesi “appare neanche lontanamente in grado di risolvere i problemi dell’Italia” e precisa che ad un esecutivo anti-UE bisogna preferire l’ipotesi di nuove elezioni perché Scelta Civica non sarà disponibile ad allontanarsi “dal radicamento europeo dell’Italia e dalle riforme strutturali”.

Ipotesi nuovo governo

A meno di dieci giorni dall’inaugurazione del nuovo Parlamento e dall’inizio ufficiale della XVII legislatura tante sono le voci che si rincorrono circa lo scenario che potrebbe concretizzarsi dopo il “voto di frattura”. Il 20 marzo inizieranno le consultazioni. Ecco le ipotesi principali:

  • nuove elezioni;
  • fiducia al Governo Bersani (devono votare a favore almeno 160 senatori, inoltre i “si” devono prevalere sulla somma dei “no” e delle astensioni);
  • mandato esplorativo a Bersani in virtù della sua maggioranza assoluta alla Camera e, nel caso di fallimento, governo di scopo;
  • congelamento dei vertici istituzionali, lasciando Napolitano al Quirinale e Monti a Palazzo Chigi, nonché i partiti al Parlamento ad occuparsi delle riforme, tra cui quella della legge elettorale e quella che garantirebbe il dimezzamento dei parlamentari (ipotesi poco praticabile a livello costituzionale);
  • Napolitano, lasciando la carica di Presidente della Repubblica, assumerà quella si senatore a vita e potrebbe ricevere l’incarico di formare un “governo di salvezza nazionale”;
  • esecutivo guidato da una figura di alto profilo per un “governo di scopo con una missione limitata” (pacchetto minimo di riforme, tra cui quella della legge elettorale al fine di indire nuove elezioni entro un anno). Tra le possibile figure: Fabrizio Saccomanni, Ignazio Visco e Anna Maria Cancellieri, ministro dimissionario dell’Interno, che potrebbe essere gradita anche al M5S;
  • dimissioni anticipate di Napolitano, che si trova nel “semestre bianco”, e possibilità di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni per il suo successore (ipotesi definita dell’irrealtà).

Libero e il Corriere sostengono anche l’ipotesi di “un’operazione di maggioranza” da parte della sinistra, volta a sistemare la “questione Colle” a favore di Prodi prima di tornare alle urne. Belpietro, direttore di Libero, ha dichiarato:

“Il vero piano della sinistra: insediare l’ex premier al Quirinale e poi fare un esecutivo per arrivare a fine anno. Quando una sentenza farà fuori Berlusconi e metterà in libertà i voti del PDL”.

Ipotesi di responsabilità sociale

Qualunque sia l’ipotesi prevalente tra quelle suddette, ciò che è certo è che l’ipotesi che deve vincere tra i partiti è quella della responsabilità sociale. Al di là di particolarismi e dei pregiudizi, è necessario, se non indispensabile, che i partiti scelgano di praticare la strada della cooperazione e di gestire la funzione specifica della politica: il benessere sociale.
Bisogna restituire un volto, ma soprattutto la dignità ad un Paese che sta andando alla deriva e ai suoi cittadini, che il 24-25 febbraio hanno seguito le parole di Borsellino:

“La ‘Rivoluzione’ si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara, e più affilata di un coltello”.

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