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Segreto bancario addio: l’Ecofin approva lo scambio automatico di informazioni finanziarie
mercoledì 10 dicembre 2014, di
Tempi duri per il segreto bancario che, nell’Eurozona, diviene sempre più difficile da mantenere. Nella riunione di ieri dell’Ecofin, il consiglio dei ministri dell’Economia e delle finanze degli stati appartenenti all’unione europea, la possibilità di scambiare informazioni automaticamente è stata estesa a molte tipologie di prodotti e servizi bancari che finora non erano toccati da questa pratica. Potranno circolare liberamente e automaticamente informazioni relative a interessi, dividendi, saldi di conti correnti e altri generi di guadagni derivanti dalla vendita di attività finanziarie. Lo scambio di informazioni automatico tra gli Stati dell’Unione entrerà in vigore dal 2017 e riguarderà i dati che partono dal 2016.
Si tratta di una mossa chiaramente orientata a combattere l’evasione fiscale, come ha infatti dichiarato il Commissario Europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, la Commissione Europea ha intenzione di adottare un approccio offensivo nella lotta all’evasione fiscale. Un approccio che sarà ulteriormente attuato nei primi mesi del 2015, quando, la commissione europea, proporrà un’intervento legislativo che dovrebbe consentire e semplificare lo scambio di informazioni riguardanti gli accordi fiscali (tax ruling) tra gli stati dell’Unione e le multinazionali. La questione è stata recentemente portata alla ribalta dal caso del Lussemburgo, paese che, insieme all’Austria, era stato inizialmente contrario anche alla decisione riguardante lo scambio automatico di informazioni sui prodotti e i servizi bancari, pur rivedendo le sue posizioni, dopo le molteplici pressioni fatte dai partner dell’Eurozona e dopo la decisione, presa dalla Svizzera, di allentare i vincoli sul segreto bancario nelle banche elvetiche.
Lo scambio automatico delle informazioni finanziarie approvato ieri dall’Ecofin è considerato una delle strategie di lotta all’evasione fiscale più efficaci sul piano internazionale. Già l’OCSE, infatti, ha strutturato il Crs (Common reporting standard), un sistema di scambio di automatico dei dati finanziari che coinvolge circa 100 Paesi, dei quali più della metà hanno già sottoscritto l’accordo per l’adozione dello standard (Italia e Svizzera comprese) mentre gli altri hanno ufficializzato la loro volontà di aderire.
Nella riunione dell’Ecofin di ieri è stata approvata anche una direttiva che va a normare il rapporti tra società appartenenti a uno stesso gruppo. In particolare è stata approvata una "clausola anti-abusi" che va a modificare la precedente direttiva riguardante le società sussidiarie.
Nel 2011 era, infatti stata approvata una norma finalizzata a tutelare i gruppi che operano in più paesi contro la possibilità di venire tassati due volte, sebbene, due anni dopo, la Commissione Europea aveva chiesto di revisionare tale direttiva, con una norma anti-abusi, dal momento che alcune multinazionali avevano utilizzato a loro vantaggio il provvedimento precedente, spostando i profitti in un paese a basso prelievo fiscale. Attraverso la clausola approvata ieri i governi degli stati membri dell’Unione non potranno più concedere
"concedere i benefici della direttiva sulle sussidiarie agli accordi che non sono genuini e sono stati realizzati per ottenere un vantaggio fiscale, senza riflettere la realtà economica"
Come ha notato il ministro Padoan, si tratta di una misura che assicurerà una tassazione più equa in area UE e fornirà agli stati dell’Unione un ulteriore strumento per combattere la strategie fiscali aggressive messe in campo da gruppi o singole società.
