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La Germania cresce, ma a “danni” dell’Europa: nel 2016 altro surplus da record
giovedì 9 febbraio 2017, di
Germania: surplus commerciale da record nel 2016. L’economia tedesca continua a macinare record. Nonostante le aspettative non fossero delle migliori (con i dati riferiti alla bilancia commerciale del mese di ottobre che avevano fatto presagire una frenata dell’economia teutonica), nel 2016 la Germania ha fatto registrare un surplus commerciale annuo da record pari a 252,9 miliardi di euro, dato più alto dal dopoguerra ad oggi.
A trainare l’economia tedesca, come ormai da anni, anche nel 2016 sono state le esportazioni che hanno fatto segnare complessivamente un +1,2% (con 1.207,5 miliardi di beni venduti all’estero) rispetto al 2015, contro il +0,6% delle importazioni. L’unico dato, se vogliamo, negativo è stata la riduzione nel mese di dicembre 2016 delle esportazioni (-3,3%) che ha inciso sul surplus commerciale mensile fermatosi a 18,4 miliardi di euro contro i 21,8 miliardi di euro fatti segnare nel mese di novembre.
Trovate tutti i dati relativi all’andamento dell’economia tedesca all’interno del nostro calendario economico.
Se dalle parti di Berlino non possono che dirsi soddisfatti per l’incredibile forza che l’economia tedesca continua a trasmettere, di diverso avviso sono i restanti paesi della zona euro che ormai da tempo lamentano uno squilibrio commerciale.
Negli ultimi tempi anche il neo-presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è scagliato contro il governo tedesco della Cancelliera Angela Merkel, accusandolo apertamente di “sfruttare” un euro sottovalutato per gonfiare le proprie esportazioni.
La critica di Donald Trump è stata rispedita al mittente da frau Merkel che ha cercato di spiegare come il surplus commerciale tedesco sia in realtà il frutto della capacità delle società tedesche di sapere competere sui mercati grazie a una governance innovativa e altamente competitiva.
Di seguito vediamo quali sono le critiche che i paesi della zona euro negli ultimi tempi hanno mosso nei confronti del governo tedesco e delle istituzioni europee in merito agli squilibri commerciali all’interno dei confini del vecchio continente.
Surplus commerciale tedesco: i paesi della zona euro non ci stanno
La florida economia tedesca dovrebbe rappresentare il traino dell’economia dell’area euro, eppure i numeri straordinari che arrivano dalla Germania hanno fatto storcere il naso a parecchi Stati facenti parte dell’Unione europea.
Il motivo principale del malumore che si respira in diverse capitali cugine di Berlino sta nel fatto che la Germania dal 2011 non rispetterebbe i limiti posti attraverso alcuni indicatori dall’Unione europea (che però non rappresentano un vincolo) volti a limitare eventuali squilibri macroeconomici all’interno dei confini dell’Unione. Questi prevedono, ad esempio, che i surplus commerciali dei rispettivi paesi non superino il 6% del Pil o che il deficit corrente non sia superiore al 4% del Pil.
Nel 2015 il surplus commerciale tedesco si è attestato all’8,3% del Pil, mentre il dato non ancora reso pubblico del 2016 dovrebbe andare oltre a quello dell’anno precedente.
Tra i più critici nei confronti di Berlino l’ex primo ministro italiano Matteo Renzi, che ad inizio febbraio ha commentato:
“Le regole dicono che il surplus commerciale della Germania non può essere superiore al 6%, oggi è intorno al 9%. Si tratta di una violazione delle regole che fa male a tutta l’Europa. Se vogliamo essere seri fino in fondo dobbiamo chiedere con ancora più decisione che le regole le rispettino tutti, anche gli amici tedeschi”.
Le parole di Renzi fotografano il clima di preoccupazione che si respira tra gli altri paesi dell’Unione, e l’idea che le istituzioni europee starebbero usando due pesi e due misure da un lato imponendo con fermezza ad alcuni paesi il rispetto delle regole (Grecia, Italia), dall’altro chiudendo gli occhi davanti ad eventuali violazioni (Germania).
Nel 2016 la Commissione europea aveva comunque avviato un’analisi sugli squilibri macroeconomici prodotti dall’economia tedesca, e aveva espressamente chiesto alla Germania di ridurre il suo surplus commerciale aumentando gli investimenti pubblici e aumentando gli stipendi.
Tuttavia il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha attribuito la responsabilità delle disparità commerciali tra i paesi dell’eurozona alla BCE e a Mario Draghi, dichiarando che
“quando il presidente della BCE Mario Draghi si lanciò nella politica monetaria espansiva, gli feci presente che questo avrebbe fatto aumentare il surplus commerciale della Germania. All’epoca promisi di non criticare pubblicamente questa linea, ma adesso non voglio essere criticato per le sue conseguenze”.