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Germania: l’alternativa pronta a sconfiggere la Merkel. È giunta veramente la fine dell’euro?

giovedì 14 marzo 2013, di Erika Di Dio

Movimenti anti-euro in tutta la zona euro. C’è, per esempio, Marine Le Pen del Front National della Francia che dice, "Lasciate che l’euro muoia di una morte naturale”. Anche se è arrivato terzo nelle elezioni presidenziali, il suo partito ha un’influenza quasi pari a zero in parlamento. L’Austria ha invece Frank Stronach, che sta cercando di creare un partito anti-euro, senza molto effetto. La Germania ha i Free Voters, un partito anti-bailout che ha avuto successo in Baviera, ma non sulla scena nazionale.

Poi l’Italia. Due partiti anti-austerità, senza amore per l’euro, uno guidato da Silvio Berlusconi, l’altro da Beppe Grillo, hanno catturato oltre la metà dei voti e hanno bloccato il sistema politico. Il nuovo arrivato Grillo ha gettato lo status quo nel caos, nel bene e nel male. Improvvisamente, tutti hanno visto che la rabbia e la frustrazione potrebbero realizzare qualcosa.

La Germania anti-euro

Ciò ha alimentato un fuoco in Germania. Le politiche di bailout dell’euro della cancelliera Angela Merkel ,con la sua frase, "Non c’è alternativa", hanno incontrato una crescente resistenza, in particolare nella sua stessa coalizione, ma le voci ribelli sono state messe a tacere.

"È giunto il momento", ha gridato Konrad davanti alla folla lunedì e ha raccolto applausi entusiastici. Nonostante il tempo nevoso, oltre 1.200 persone si sono presentate allo Stadthalle di Oberursel, una piccola città nei pressi di Francoforte, per il primo incontro pubblico della nuova associazione, “Alternativa per la Germania (AFD)”, che non è nemmeno un partito politico ancora, e che vuole essere al ballottaggio per le elezioni federali del 22 Settembre prossimo.

Le proposte di Alternativa per la Germania

Così Adam, uno dei fondatori, ha detto che è sbagliato dire che non c’è alternativa ai piani di salvataggio dell’euro. "La politica si nutre di alternative". E ha poi presentato le sue richieste:

  • Scioglimento dell’"associazione coercitiva dell’euro". La fine ordinata dell’unione monetaria. I paesi dovrebbero essere in grado di uscire legalmente se "non possono o non vogliono rimanere". L’euro sarebbe sostituito da monete nazionali parallele o da unioni monetarie più piccole, e più stabili.
  • Il rispetto dello Stato di diritto, in particolare le leggi stabilite in quello che è adesso un trattato di Maastricht totalmente violato, come quella che, per esempio, specificava che nessun membro dell’Eurozona avrebbe dovuto garantire i debiti di altri membri.
  • Un referendum se "la legge fondamentale, la migliore costituzione che la Germania abbia mai avuto", fosse modificata per consentire il trasferimento della sovranità ad uno Stato europeo centralizzato.

L’evento è stato aperto dal co-fondatore Bernd Lucke, professore di economia che è stato membro del CDU della Merkel per 33 anni fino a che non lo ha abbandonato nel 2011 per le sue politiche di bailout. "Abbiamo un governo che non è riuscito a rispettare la leggi, le regole e i contratti, e che ha palesemente rotto la promessa che aveva fatto al popolo tedesco", ha detto tra i travolgenti applausi.

Ma questa non era la frangia radicale della Germania. L’atmosfera era entusiasta e seria. Le persone non erano più così giovani. I sostenitori, ormai 13.000, erano un gruppo ben istruito, con una maggiore concentrazione di dottori di ricerca. Tra i primi sostenitori, eminenti professori di economia, ex-membri del CDU, e anche Hans-Olaf Henkel, ex presidente della Federazione dell’industria tedesca (BDI), un’organizzazione che rappresenta 100.000 imprese. E così l’evento è stato ordinato, un quadro, come detto Wirtschafts Woche, della "borghesia tedesca”.

Alternativa per la Germania non ha voluto essere classificato nello schema classico di destra e sinistra. "Noi rappresentiamo valori non ideologici che persone diverse tra di loro possono condividere", ha detto Lucke.

Una dichiarazione convalidata: il 26% dei tedeschi prenderebbe in considerazione l’idea di votare per un partito che vuole il paese fuori dall’unione monetaria. Sono arrivati ​​da tutte le direzioni politiche: a destra, il 17% degli elettori CDU e quasi un terzo degli elettori FDP; a sinistra, il 15% degli elettori SPD, il 27% dei Green Voters, e il 57% dei Left Voters.

Sfide da superare

Le sfide sono enormi. Una è la frammentazione. Un’altra è il tempo. Il convegno di fondazione si terrà il 13 Aprile a Berlino. Entro il 17 Giugno i partiti e le sezioni per ogni Stato dovranno registrarsi presso l’ufficio elettorale federale. Entro il 15 Luglio, i partiti devono raccogliere le firme in ogni stato pari allo 0,1% degli elettori o 2.000 in numeri, solo per essere presenti sulla scheda elettorale. Ma Lucke si è mostrato ottimista. "Con voi, riusciremo facilmente ad ottenere le firme", ha detto alla folla.

Sarà dura. La Merkel è immensamente popolare. I partiti principali sono macchine politiche ben strutturate. Ad “Alternativa per la Germania” mancano personalità veramente di spicco, politici esperti, forti sostenitori economici, le risorse finanziarie, la struttura. E la sua piattaforma è ancora striminzita.

Ma non ha bisogno di governare. Quando il partito arriverà in Parlamento, "farà sì che i grandi partiti cominceranno ad avere un ripensamento". Questo porterebbe a "mettere in discussione criticamente l’unione monetaria". E a dare uno sguardo alle alternative che la Merkel aveva detto che non esistevano.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Naked Capitalism

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