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Futuro elettrico in Italia, la prospettiva di EY
mercoledì 23 maggio 2018, di
Le auto elettriche ci sono, ma non se ne vedono abbastanza: nonostante in Italia siano in molti gli automobilisti interessati alle zero emissioni, il Paese rimane un fanalino di coda per la mobilità elettrica.
All’evento “La mobilità del possibile” che si è tenuto a Milano, 35 CEO dell’EY Mobility Think Tank si sono confrontati con i vertici dei trasporti e del settore automotive per mettere a fuoco le linee guida di un ecosistema per la mobilità del futuro.
Paolo Lobetti Bodoni, Med Automotive & Transportation Leader di EY (Ernst & Young), ha risposto ad alcune nostre domande sul futuro dell’elettrico in Italia e su come cambierà il modo di spostarsi nel nostro Paese.
La mobilità elettrica in Italia
La transizione verso l’elettrico è iniziata, anche se con ritmi diversi da Paese a Paese. L’Italia in questo momento è indietro rispetto alle realtà del Nord Europa e i veicoli elettrici, che poco tempo fa sembravano destinati a sconvolgere il settore, in realtà stanno avendo un impatto più basso.
Dopo una prima fase in cui l’avvento del prodotto elettrico sembrava destinato ad un mercato generalista in tempi brevi, oggi assistiamo ad una fase di ridefinizione del concept e della appetibilità dei veicoli elettrici. Possiamo parlare di “lusso ecologico”, visto che i maggiori brand automobilistici stanno delineando strategie che valorizzano l’appeal tecnologico, posizionandosi in fasce di mercato dove il costo non rappresenta la principale variabile competitiva e soprattutto in un momento in cui la tecnologia sembra non poter permettere ancora delle politiche commerciali aggressive come quelle cui siamo abituati sulle vetture tradizionali.
All’Italia mancano diversi passi per colmare il gap con i Paesi del nord, specialmente in confronto con Norvegia, un esempio di elettrificazione eccellente, Olanda e Germania.
I Paesi del Nord Europa stanno registrando un passaggio nettamente più rapido rispetto al nostro, grazie soprattutto ad una forte politica di incentivazione all’acquisto di veicoli elettrici e di ammodernamento delle infrastrutture. In Norvegia, chi acquista un´auto elettrica riceve sovvenzioni sul prezzo fino all´equivalente di 9000 euro e sgravi pressoché totali su tassa di circolazione e assicurazione.
EY ha sviluppato alcune proposte:
Tra le proposte considerate nell’ambito del Mobility Think Tank di EY, rientrano a pieno titolo le best practice ispirate da altri paesi: quindi l’incentivazione all’acquisto di veicoli elettrici con soluzioni per favorirne la competitività e l’utilizzo; la sensibilizzazione alla soluzione elettrica attraverso iniziative di formazione per i cittadini sull’utilizzo e la gestione del veicolo elettrico; lo sviluppo e l’incentivazione del Trasporto Pubblico Elettrico, promuovendo Autobus Elettrici, Tram Ibridi, Metropolitane e ai Treni ad alta efficienza energetica, considerando anche soluzioni di supporto all’OPEX (rent / pay per Use, ...) compatibili con l’elettrico.
Cosa frena gli italiani?
Un risultato unanime delle ricerche, compreso il nostro sondaggio, mostrano come gli italiani siano largamente interessati alla mobilità elettrica ma allo stesso tempo siano frenati da diversi fattori tra cui un prezzo d’acquisto troppo alto, l’autonomia delle batterie ancora ritenuta poco sufficiente, e la mancanza di strutture di ricarica adeguate.
Sicuramente tutti e tre questi fattori rappresentano, su differenti livelli, un forte deterrente nella scelta dell’acquisto di veicoli elettrici da parte degli italiani nonostante vi sia una grande apertura da parte dei consumatori, come dimostrato da una recente ricerca di EY da cui emerge che quasi il 50% degli intervistati dichiara che prenderebbe in considerazione l’acquisto di una vettura eletttrica/ibrida nei prossimi 3 anni.
Sul prezzo delle auto elettriche:
Nonostante sul mercato stiano affiorando soluzioni di gamma eterogenee su quasi tutti i segmenti e si prevedano entro il prossimo 2020 una offerta di quasi 260 modelli tra elettrico e ibrido, il prezzo d’acquisto elevato rispetto al costo dei tradizionali veicoli sta determinando un’offerta poco competitiva a discapito della sostituzione del parco circolante che necessiterà di tempi decisamente lunghi. Si stima che solo nel 2035 vi sarà il punto di break even tra il prezzo dei veicoli a combustione e quelli a propulsione elettrica, consolidandone quindi il ruolo di prodotto sostituivo.
Sull’autonomia e le stazioni di ricarica:
In termini di adeguamento della rete di ricarica, questi costituiscono gli aspetti che condizionano in modo determinante la resistenza dell’utente verso un definitivo abbandono delle tradizionali certezze legate all’utilizzo del veicolo a combustione. Se da un lato, si assiste ad una svolta innovativa legata alla produzione della gamma di veicoli elettrici, dall’altro l’adeguamento infrastrutturale, necessario a supportare ed incentivare lo sviluppo della mobilità alternativa, non sta seguendo i medesimi ritmi evolutivi. Tale situazione di “stallo” comporta dei tempi di consolidamento nettamente più lunghi rispetto a quei paesi dove già si stanno raccogliendo i frutti dati diffusione dell’elettrico.