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Forex: yen debole con Wall Street verso i massimi storici, ma alla BoJ non dispiace

martedì 28 ottobre 2014, di Nicola D’Antuono

Il rally di Wall Street degli ultimi giorni, che ha fatto seguito al crollo registrato nella prima parte del mese, è stato favorito dalle aspettative di una FED sempre più “colomba” nei prossimi mesi, a partire già dalla riunione di mercoledì. Le recenti dichiarazioni di alcuni membri del Fomc, circa la possibilità di interrompere il tapering e di lasciare i tassi di interesse a zero anche nel 2015, hanno ripristinato il clima di fiducia sull’azionario, deprimendo contestualmente le quotazioni dello yen sui mercati valutari. La divisa nipponica presenta storicamente una forte correlazione inversa con l’andamento delle borse, in particolare con quelle statunitensi.

Questa correlazione è diventata ancor più visibile da quando la Bank of Japan ha lanciato un massiccio programma di qualitative & quantitative easing, a partire da inizio aprile del 2013. Mettendo in moto il torchio tipografico, l’istituto monetario di Tokyo ha fatto sì che lo yen si svalutasse in modo sproporzionato con deprezzamenti nell’ordine del 30-40% nel giro di due anni rispetto a valute come euro, dollaro e sterlina. Tuttavia, ogniqualvolta partono significative correzioni sull’equity, lo yen strappa con violenza al rialzo provocando gravi perdite ai compratori più incorreggibili.

Insomma la valuta giapponese è croce e delizia per gli investitori, da maneggiare con cura a seconda delle fasi di mercato. Attualmente il maxi-rimbalzo di Wall Street, iniziato dai bottom toccati il 15 ottobre, ha spinto al ribasso lo yen. Tuttavia questo scenario non dispiace ai vertici della BoJ, che anzi preferisce mantenere una valuta debole nel medio periodo per favorire l’export nazionale. Secondo quanto dichiarato stanotte da Haruiko Kuroda, governatore della BoJ, il mini-yen sta aiutando molto l’economia giapponese a venir fuori definitivamente dal ventennio deflazionistico.

Inoltre il target di un’inflazione al 2% è sempre più alla portata, nonostante manchi ancora parecchio al raggiungimento di questo conclamato obiettivo. Sul forex il tasso di cambio USDJPY, che resta in attesa delle decisioni della FED di mercoledì sera, si muove intorno a 108, non lontano dai top di 110,08 toccati il primo giorno del mese corrente. Il 15 ottobre il cambio era crollato fino a 105,20, a seguito del sell-foff sull’azionario globale. Il cross EURJPY, invece, si muove in area 137, mentre il cross GBPJPY poco sotto 174 (ma era crollato a 168 circa due settimane fa).

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