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Forex: il dollaro USA salirà, con o senza rialzi dei tassi Fed

martedì 15 marzo 2016, di Flavia Provenzani

Il dollaro USA, negli ultimi anni in forte trend rialzista, potrebbe avere ancora abbastanza slancio per crescere di almeno un altro 10%, sia che la Federal Reserve decida di alzare ancora i tassi, sia che decida di aspettare: questa è la view della Morgan Stanley.

La crescita del valore del dollaro USA, infatti, potrebbe proseguire anche senza il sostegno del rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve.

“Siamo ancora in un mercato strutturalmente rialzista per il dollaro USA, che ha ancora spazio per un +10/15% di crescita”,

scrive Andrew Sheets, analista della banca.

Dollaro USA: forte spinta da politica monetaria

La riunione di due giorni della Federal Reserve iniziata oggi darà delle indicazioni fondamentali ai mercati sulla tempistica che la banca centrale degli Stati Uniti ha intenzione perseguire per i nuovi rialzi dei tassi di interesse e, di conseguenza, sul punto fino a dove il dollaro può salire nel breve termine.

L’economia statunitense gode di un buon andamento, soprattutto se rapportato alla crisi della crescita mondiale: la Federal Reserve è l’unica banca centrale dei Paesi sviluppati ad aver iniziato un processo di normalizzazione dopo anni di stimolo all’economia attraverso la politica monetaria.

La Fed si muove in un contesto in cui il Giappone è passato a tassi di interesse negativi, la Banca Centrale Europea ha ampliato il QE con nuove misure di stimolo e i mercati emergenti sono in sofferenza a causa del rallentamento della domanda della Cina e del crollo dei prezzi delle materie prime.

Questi fattori hanno mantenuto il dollaro USA su una traiettoria rialzista negli ultimi anni e, a meno di un crollo improvviso e drammatico dell’economia statunitense, ci si aspetta che il biglietto verde cresca ancora contro le valute principali sul mercato del Forex.

Il super dollaro sta per tornare, e lo confermano anche le previsioni di Goldman Sachs, che vedono il dollaro USA in rialzo del 9% nel 2016, accompagnato da un altro aumento dei tassi a giugno, nonostante BoJ e BCE mantengano i tassi di interesse in territorio negativo.

La BCE è stata la prima tra le banche centrali più importanti a livello mondiale a spingere i tassi in negativo a giungo 2014, decisione seguita dalla Bank of Japan a gennaio 2016. La scorsa settimana, la banca guidata da Mario Draghi ha tagliato ancora i tassi e aumentato la portata del quantitative easing.

Il gap enorme tra la politica monetaria negli Stati Uniti e l’orientamento delle altre banche centrali mondiali manterrà ancora la forza del dollaro soprattutto contro la debolezza di Euro e yen, secondo Goldman Sachs.

Dollaro USA: aumentano gli short nel breve

Il dollaro USA, tuttavia, potrebbe subire una forte pressione nel breve termine poiché all’interno della valutazione sulla moneta è già prezzata la possibilità di altri rialzi dei tassi, secondo BNP Paribas.

“Riteniamo che il dollaro USA continuerà a soffrire dato che il mercato non sarà capace di sostenere la nuova valutazione del prezzo sul crescendo delle possibilità di alti rialzi della Fed”

commenta Steven Saywell, analista responsabile FX alla BNP Paribas.

Le posizioni short sul dollaro - investimenti che puntano sull’arrivo di una fase di debolezza del biglietto verde - sono ai massimi dal quarto trimestre 2013.

Il mercato ritiene che le possibilità che la Fed rialzi i tassi di interesse nella riunione di marzo siano pari a 0, ma crescono le aspettative per le riunione dei prossimi mesi.

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