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Forex, RUB: il rimbalzo sul rublo minaccia il Made in Russia

venerdì 29 maggio 2015, di Flavia Provenzani

Rublo russo è sulle montagne russe. Dopo essere stata la seconda peggiore valuta del mondo in termini di prestazioni contro il dollaro USA l’anno scorso, è tra le migliori del 2015.

Il rimbalzo sul rublo aiuterà a mantenere un limite sull’inflazione, per la gioia di milioni di russi.
Ma a preoccupante è un settore dell’economia, quello dell’industria locale, che aveva visto la domanda per i prodotti made in Russia crescere contemporaneamente alla svalutazione del rublo che ha reso le importazioni estremamente costose.

I settori dell’economia della Russia, dai materiali per l’edilizia alla produzione di birra, hanno approfittato della caduta del rublo puntando all’acquisizione di una quota di mercato nazionale più grande.

Il governo ha sostenuto il nuovo trend delle imprese russe, sperando di ottenere qualcosa di positivo dal drammatico tuffo del rublo lo scorso anno. Il focus è ora sul settore dei materiali da costruzione, con il paese si prepara a costruire le location per la Coppa del Mondo.

Anche le compagnie petrolifere hanno tratto benefici, vendendo i propri prodotti in dollari, ma continuando ad avere molte spese in rubli, contribuendo a temperare gli effetti negativi del crollo del prezzo del petrolio.

Ora però il rublo è di nuovo in aumento e il governo, che solo pochi mesi fa stava disperatamente cercando di sostenere la moneta, sta intervenendo sui mercati per evitare che si rafforzi ulteriormente.

Dopo il crollo di quasi 80 rubli contro il dollaro durante il panic selling su USD/RUB nel mese di dicembre, il rublo ha recuperato ed è ora scambiato a 52,6 dollari. E’ a circa a più di un terzo al di sotto del valore di gennaio 2014, il che significa che l’industria locale può ancora godere di un certo vantaggio competitivo rispetto alle importazioni.

Il recente aumento del rublo è stato aiutato soprattutto dalla una ripresa del prezzo del petrolio, la più grande fonte di guadagno dall’esportazione della Russia, aumentato dai minimi al di sotto di 50 dollari al barile a circa 60 dollari al barile, la metà dei prezzi di un anno fa.

Anche un forte aumento dei tassi di interesse e drastici tagli alla spesa hanno contribuito a stabilizzare la moneta. Passando invece ai lati negativi, l’economia russa sta ancora scivolando in recessione e gli Stati Uniti e l’Unione europea non hanno mostrato alcun segno di cedimento riguardo le sanzioni economiche contro la Russia.

Per i cittadini russi, la conseguenza più grande del crollo del rublo è stata il rapido aumento dell’inflazione, che si attesta a 16,4& nella sua ultima lettura; così, una ripresa della moneta è la benvenuta.
La Russia però vuole evitare delle così grandi oscillazioni, in quanto rendono difficile per i consumatori e le imprese pianificare in anticipo. Alcuni economisti prevedono che il rublo si manterrà nel range tra i 50 e i 55 dollari quest’anno.

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