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Fmi spinge la BCE verso il quantitative easing
lunedì 23 giugno 2014, di
Le basse aspettative di inflazione nell’eurozona, che a maggio si è attestata allo 0,5% su valori decisamente più bassi rispetto al target di medio periodo del 2%, continuano a tenere banco sui mercati internazionali in quanto generano attese di nuove misure di stimolo monetario da parte della BCE. Le recenti misure monetarie ultra-accomodanti annunciate nel meeting del 5 giugno scorso potrebbero non bastare per far rialzare l’asticella dell’inflazione, che da diversi mesi sta seguendo un trend decrescente molto preoccupante tanto da far paventare addirittura un rischio di deflazione.
Ripetere l’esperienza deflazionistica ultra-ventennale del Giappone non è di certo nei piani dell’Eurotower, che sembra pronta a tutto pur di riportare il tasso di inflazione verso il target del 2%. Mario Draghi ritiene che il maxi-piano di stimolo monetario annunciato a inizio mese da solo basterà per risollevare l’indice dei prezzi al consumo, sebbene le aspettative di inflazione restano basse da qui a due anni a causa della perdurante stagnazione economica nell’area euro. L’ex governatore di Bankitalia si è detto pronto a giocarsi anche la carta del quantitative easing, se le misure finora implementate non dovessero essere sufficienti per il rilancio di inflazione e credito.
Il piano di acquisto di asset, così come avvenuto negli ultimi anni negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone, è una soluzione che piace molto agli investitori, in quanto si libererebbe nuova liquidità a basso costo da utilizzare per ottenere maggiori profitti sui mercati globali. L’idea piace anche agli esperti del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale “se l’inflazione rimane ostinatamente bassa, la BCE dovrebbe prendere in considerazione un programma di acquisto di asset su larga scala”. L’istituto monetario di Washington ritiene che il piano di QE nell’eurozona sarebbe uno stimolo ulteriore ai prestiti bancari. Inoltre rafforzerebbe la fiducia con riflessi positivi sui bilanci di famiglie e aziende.
Il Fmi ha applaudito le recenti mosse annunciate dalla BCE, che appare determinata a combattere con ogni mezzo il rischio di deflazione nell’area euro. Tuttavia gli esperti dell’istituto guidato dal direttore generale Christine Lagarde hanno sottolineato che “se necessario, bisognerà fare di più”, soprattutto in virtù di una ripresa economica molto fragile che non dovrebbe nemmeno rafforzarsi così tanto nei prossimi mesi. Secondo Benoit Coeure, membro del board della BCE, il piano di quantitative easing resta nell’agenda dell’Eurotower ma al momento viene indicato come una soluzione non necessaria.