Home > Altro > Archivio > FED (minute): timori per super-dollaro e crescita globale debole. Aumento (…)
FED (minute): timori per super-dollaro e crescita globale debole. Aumento tassi più lontano
giovedì 9 ottobre 2014, di
Dai verbali dell’ultima riunione del Fomc, che risale al 16 e 17 settembre scorso, è emerso che il board della Federal Reserve è preoccupato per l’eccessiva forza del dollaro americano che, facendo calare il costo di beni e servizi importati, potrebbe tenere l’asticella dell’inflazione su valori inferiori al target del 2%. Nell’ultimo meeting la FED aveva confermato i tassi di interesse tra lo 0% e lo 0,25% ai minimi storici, ma aveva tagliato ancora una volta il programma di quantitative easing portandolo a 15 miliardi di dollari al mese (a fine anno scorso era a 85 miliardi).
Le minute della FED hanno evidenziato, quindi, forti timori che il super-dollaro possa tenere basso il tasso di inflazione. Inoltre c’è preoccupazione in America per il rallentamento della crescita economica globale, non solo in Europa ma anche in Giappone e Cina. I policy makers statunitensi temono che possa esserci un impatto negativo sulle esportazioni. La prossima riunione della FED è in programma a fine mese: 28 e 29 ottobre. Il tapering dovrebbe quasi certamente concludersi, mentre dopo le minute di ieri c’è chi pensa seriamente a un allontanamento della prospettiva di aumento dei tassi in tempi brevi.
La forza dell’economia americana, evidenziata di recente con i dati sul pil e la disoccupazione, potrebbe non bastare a giustificare un aumento del costo del denaro già all’inizio del 2015, in virtù delle aspettative di bassa inflazione e di rallentamento della crescita a livello mondiale. I mercati finanziari sembrano voler abbracciare proprio questa ipotesi, visto che ieri il dollaro ha subito pesanti vendite e Wall Street si è messa a correre registrando guadagni vicini ai due punti percentuali (Nasdaq +1,9%, Dow Jones +1,64%, S&P500 + 1,7%). Gli investitori credono, quindi, che i tassi negli USA non saranno incrementati in tempi brevi.
Sul forex il biglietto verde è stato sommerso dalle vendite, che comunque appaiono fisiologiche dopo il rally spettacolare mostrato negli ultimi 2-3 mesi. Il tasso di cambio EURUSD si è spinto stamattina fino a 1,2759, allontanandosi così dai minimi di periodo di 1,25. Balzo del cambio GBPUSD, che ha sfiorato 1,62, mentre USDJPY è sceso sotto 107,80. Il dollaro è debole anche contro le valute oceaniche, il dollaro canadese e il franco svizzero. La debolezza del greenback ha favorito poi il boom dell’oro, tornato a quotare poco sotto 1.230$ l’oncia.