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Enrico Letta vs Financial Times: ecco il botta e risposta. Solo un libro dei sogni?
martedì 7 maggio 2013, di
Enrico Letta, il primo ministro italiano, è il nuovo eroe tra gli anti-austerità. Nel suo primo discorso in Parlamento, il nuovo premier ha annunciato che intende annullare aumenti fiscali fino a €6 miliardi. In un viaggio a Berlino, Bruxelles e Parigi, l’onorevole Letta ha invitato i suoi partner della zona euro ad attuare rapidamente politiche mirate alla crescita e alla promozione di nuovi posti di lavoro.
Il libro dei sogni di Letta
Eppure, se andiamo oltre la superficie, vedremo che il messaggio del signor Letta è più complesso. Prima di tutto c’è il limite del 2,9% del deficit concordato con Bruxelles per il 2013. Ma questo obiettivo è incoerente con l’allentamento della politica fiscale. La lista dei desideri del signor Letta ha uno scopo prevalentemente interno. Egli ha infatti intenzione di tenere insieme una coalizione ampia e fragile, che include partiti con diverse priorità economiche. Sarebbe più facile arrivare a concordare su riforme politiche, come il taglio del numero e degli stipendi dei parlamentari.
Ad ogni modo, la questione fiscale in Italia non appare molto chiara. È vero che l’intervento da parte della Banca Centrale Europea ha calmato i mercati, spingendo i rendimenti dei titoli a 10 anni sotto il 4%. Questo dà a Roma un sufficiente spazio di manovra. Ma il debito nazionale, proiettato al 131% del reddito nazionale nel 2013, è uno dei più alti nel mondo sviluppato.
Suggerimenti dal FT all’Italia
Il governo deve fare attenzione nello scegliere quali tasse tagliare. Silvio Berlusconi vuole abolire l’IMU, la tassa estremamente impopolare tra l’elettorato. Ma i prelievi sulla proprietà sono un modo semplice per tassare la ricchezza accumulata senza ridurre gli incentivi per il lavoro. Gli sforzi del signor Letta dovrebbero quindi concentrarsi sulla diminuzione delle imposte sul lavoro, per promuoverne la competitività.
Roma dovrebbe cercare di finanziare questi tagli fiscali attraverso una riduzione della spesa corrente. C’è molto "grasso" da tagliare e Bruxelles dovrebbe essere tollerante nei confronti di un moderato aumento del deficit fiscale, se il denaro verrà utilizzato per finanziare investimenti in attività produttive, comprese scuole ed università.
In cambio, la Commissione europea dovrebbe esigere che l’Italia insista duramente sulle riforme strutturali, per migliorare la sua performance di crescita poco brillante. Ma la resistenza dei partiti sarà forte. Il centro-sinistra tenterà di bloccare i tentativi di riformare il mercato del lavoro. Il centro-destra si affiancherà ad avvocati e farmacisti, e ostacolerà gli sforzi per liberalizzare le professioni. In definitiva quindi è molto improbabile che il libro dei sogni del Sign.Letta diventi realtà.
La replica di Letta
Durante la conferenza stampa per la nomina di Giuseppe Sala come commissario unico di Expo 2015, il nuovo premier italiano ha voluto rispondere alle osservazioni del presente articolo del Financial Times, e ha ribattuto, "Anche i sogni ci vogliono. Anche per quanto riguarda l’Expo occorre avere un po’ di follia visionaria così come quando l’abbiamo avuta sette anni fa. Io ricordo cosa era allora l’idea dell’Expo ma essere oggi qui tutti insieme è la dimostrazione che a volte i sogni servono anche alla politica arida dei numeri".