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Embraco: la vertenza arriva a Bruxelles
martedì 20 febbraio 2018, di
Nuove nubi sulla vertenza Embraco. La multinazionale non ritirerà i 500 licenziamenti annunciati e si appresta a lasciare l’Italia per traslocare in Slovacchia.
A nulla sono serviti gli incontri che si sono svolti presso il ministero dello Sviluppo economico: la decisione dell’azienda è irrevocabile, quindi lo stabilimento del torinese chiuderà i battenti.
Una situazione che ha fatto andare su tutte le furie il ministro Carlo Calenda, che oggi è volato a Bruxelles per incontrare la commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, per chiedere una deroga ai trattati in materia di aiuti di Stato.
La delocalizzazione nei Paesi dell’Est
Il nodo della vertenza è tutto nella delocalizzazione che l’Embraco ha in progetto di realizzare. Mettere fine alla produzione italiana di compressori di frigoriferi a Riva di Chieri e avviare un nuovo percorso in Slovacchia. Dove, come è noto, il costo del lavoro è inferiore rispetto all’Italia.
Per il ministro Calenda, uscito infuriato dall’incontro di ieri con l’azienda del gruppo Whirpool, la situazione è inaccettabile. Quello che sta avvenendo nei Paesi dell’Est, secondo il titolare dello Sviluppo economico, è una situazione “sleale” e “intollerabile” perché si utilizzerebbero i Fondi europei per creare migliori condizioni per le aziende che intendono investire.
“Se un lavoratore è pagato la metà di quello italiano, noi non possiamo competere ad armi pari visto che questi Stati hanno pari accesso al mercato europeo. Questo - è il nodo su cui si deve intervenire”
ha spiegato.
Una deroga ai trattati
In Italia, invece, sostiene il ministro, si hanno le mani legate e abbassare il costo del lavoro si configurerebbe come un aiuto di Stato. Per questo oggi è a Bruxelles per un faccia a faccia con Vestager per chiedere un deroga ai trattati:
“Io non potrei fare una norma che dice che per Embraco il costo del lavoro è un po’ più basso, perché sarebbe un aiuto di Stato. Ma penso si possano interpretare i trattati nel senso di dire che in questo specifico caso, cioè di un’azienda che si muove verso la Slovacchia, verso la Polonia, questa normativa può essere derogata. Vedremo quale sarà la risposta della Vestager”.
Secondo il ministro, la via è percorribile perché
“Esiste una norma nei trattati che potrebbe consentire al governo italiano di derogare al principio degli aiuti di Stato, quindi di potere aiutare le aziende quando si è in presenza di un pacchetto che viene offerto da un altro Paese e di potere offrire le stesse condizioni. Voglio capire se sia utilizzabile perché in questo caso saremmo in un’altra partita che possiamo combattere ad armi pari”.
Verso i licenziamenti
Come detto, i 500 licenziamenti annunciati da Embraco non saranno sospesi e se non accadrà nulla d nuovo, il 25 marzo prossimo scadrà la mobilità e i lavoratori si ritroveranno senza più un’occupazione.
Il governo aveva proposto la cassa integrazione per il periodo necessario a valutare proposte di reindustrializzazione del sito, in merito alle quali sarà attivato un tavolo con Invitalia. Dalla multinazionale c’è stata chiusura totale.
Le prospettive per i dipendenti non sono positive: i tempi sono stretti e le elezioni incombono.