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Elezioni Europee, Forza Italia: basta con l’Ue a trazione tedesca. Intervista alla deputata Gabriella Giammanco

lunedì 12 maggio 2014, di Valentina Brazioli

Onorevole Giammanco, Juncker, candidato del Ppe alla presidenza della Commissione Europea, ha dichiarato che l’austerità nei bilanci non basta, sono necessarie anche politiche per la crescita. Possiamo riassumere così anche la posizione di Forza Italia?

E’ sicuramente necessario rivedere gli stringenti vincoli di bilancio impostici da un’Unione europea a trazione tedesca. Il perseguimento delle politiche economiche volute dalla Germania, oltre al peccato originale di un tasso di cambio lira-euro per noi sfavorevole stabilito dall’allora Governo Prodi, di fatto, hanno agevolato solo l’economia tedesca, gettando nella crisi più nera i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Italia è il terzo Paese contributore del Fondo salva-Stati, dal quale non abbiamo preso un solo euro, e in quattro anni ha versato all’Unione oltre 50 miliardi che hanno contribuito ad affossare il nostro debito pubblico. Credo, quindi, che il nostro Paese abbia tutto il diritto di rivendicare politiche per la crescita e un’Europa più solidale con i Paesi in difficoltà, come lo sono stati questi Paesi con il popolo tedesco durante il processo di unificazione delle due Germanie.

L’impressione, però, è che il diktat dell’austerity venga messo in discussione solo adesso, quando gli euroscettici raccolgono consensi a due cifre in diversi Paesi europei. Quanto temete il voto di protesta?

Guardi, già durante la scorsa legislatura, in tempi non sospetti, quando ancora non erano prevedibili gli effetti disastrosi sulla nostra economia dei diktat dei burocrati tedeschi, il Presidente Berlusconi, da allora Capo del Governo, aveva intuito le conseguenze negative che queste politiche avrebbero avuto sul nostro Paese e al tavolo delle trattative con gli Stati membri dell’Unione si era opposto ai parametri voluti, in primis, dalla Germania. Il voto di protesta non è un voto utile, da cittadina voterei chi si è sempre battuto affinché il nostro Paese abbia un ruolo più centrale nelle scelte economiche prese a livello europeo e il Pdl prima, e Forza Italia oggi, con la guida di Berlusconi, hanno dimostrato con i fatti di lavorare nell’interesse degli italiani.

Tutti considerano la tornata elettorale europea un vero e proprio sondaggio sull’Ue e sull’Euro. Quanto ha influito l’egemonia tedesca sulla diffusa percezione di un’Unione monetaria e bancaria, e non dei popoli?

Non si tratta solo di una percezione ma di un dato di fatto. Negli ultimi tre anni la Banca centrale europea ha elargito la bellezza di mille miliardi di euro alle banche, che anziché aiutare famiglie e imprese in difficoltà hanno ulteriormente chiuso i rubinetti del credito, contribuendo a paralizzare ulteriormente l’economia. Forza Italia propone che la Bce diventi prestatore di ultima istanza, immetta liquidità nel sistema per dare ossigeno all’economia dei singoli Paesi ed emetta eurobond per garantire i diversi debiti pubblici. Così come la Federal Reserve, inoltre, la Bce dovrebbe non limitarsi soltanto al contenimento dell’inflazione, ossessione di chiara matrice tedesca, ma compiere ogni sforzo per combattere la disoccupazione dilagante in Europa. Solo ripartendo da questi presupposti si potrà iniziare a parlare di un’autentica unione dei popoli europei.

L’Europa non è solo moneta unica e vincoli di bilancio. Lei è stata uno dei pochissimi parlamentari di Forza Italia a votare contro l’abolizione del reato di immigrazione clandestina. Può dirci perché, e cosa pensa delle politiche europee in materia?

Il mio voto contrario non presuppone ovviamente alcun tipo di ostilità nei confronti di persone spesso costrette a fuggire da Paesi dove non vige il più elementare rispetto per i diritti umani. Detto questo, però, ritengo che la questione non possa essere strumentalizzata dalla propaganda di sinistra. Il reato di immigrazione clandestina non era certo un unicum tutto italiano ma un reato previsto nelle maggiori democrazie europee come Francia, Germania, Inghilterra. Abolendolo, di fatto, si sono spalancate le porte a migliaia d’immigrati che, anche a causa della scellerata operazione Mare Nostrum voluta da Renzi e Alfano, sono in totale balia di mercanti di vite umane che lucrano in modo ignobile sulle speranze di questi disperati destinati alla miseria. Anche su quest’aspetto, parlando della necessità di un’Europa più solidale con chi sta peggio, si dovrebbe aprire una profonda riflessione. Le frontiere dell’Italia, in particolare le coste siciliane, sono anche le frontiere d’Europa. L’Ue non può immaginare che i costi umani, sociali ed economici, dell’immigrazione clandestina rimangano un problema tutto italiano.

Matteo Renzi è riuscito a imporre all’attenzione pubblica il tema degli 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Fino ad oggi non ho visto nulla che luccichi. Dal bonus sono escluse le categorie sociali che più hanno pagato il prezzo della crisi: disoccupati, pensionati, lavoratori autonomi e lavoratori con redditi inferiori a 8 mila euro l’anno. Renzi, furbescamente, ha pensato bene di dare una mancia elettorale a chi il lavoro ce l’ha già e rappresenta lo zoccolo duro dell’elettorato Pd. Per fare ciò ha aumentato la tassazione sui risparmi degli italiani e ha triplicato quella sulla casa portandola a oltre 32 miliardi di euro. Nulla ha fatto, inoltre, per i piccoli e medi imprenditori, ai quali ha per giunta imposto di pagare in un’unica soluzione la tassa di rivalutazione dei beni d’impresa.

In conclusione, perché un elettore, il prossimo 25 maggio, dovrebbe barrare il simbolo di Forza Italia?

Semplicemente perché fino a oggi siamo stati gli unici a ridurre realmente le tasse in questo Paese e a tutelare i più deboli. Siamo stati i soli a diminuire la tassazione sui risparmi, a introdurre una no tax area per chi guadagna molto poco, a ridurre del 10% la tassazione sui premi di produttività, a eliminare la tasse su successioni, donazioni e prima casa, poi reintrodotte dalla sinistra, e ad alzare le pensioni minime per 2 milioni di pensionati. Pensionati che, tra l’altro, vogliamo ulteriormente tutelare innalzando le pensione base a 800 euro mensili.

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