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Elezioni 2013: i risultati visti dall’estero. Timori di un ritorno alla crisi del debito

martedì 26 febbraio 2013, di Erika Di Dio

Con più di due terzi dei voti contati, le proiezioni hanno suggerito che il centro sinistra potrebbe avere un leggero vantaggio nella corsa per la Camera bassa del parlamento.

Ma nessun partito o coalizione sembra in grado di formare una maggioranza nella camera alta o Senato, provocando uno stallo in parlamento, l’opposto del risultato stabile di cui l’Italia ha disperatamente bisogno per affrontare una profonda recessione, l’aumento della disoccupazione e un enorme debito pubblico.

Tale risultato ha il potenziale di far rivivere i timori per la crisi del debito della zona euro, con prospettive di incertezza a lungo periodo per la terza economia della zona.

I risultati

Il risultato previsto è stato un incredibile successo per il comico genovese Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle, che ha fatto il giro del paese nella sua prima campagna elettorale nazionale, lanciando insulti cuciti da oscenità nei confronti di una classe politica screditata.

Con vaghe promesse elettorali e una squadra di candidati quasi totalmente sconosciuti, il comico dai capelli arruffati ha incarnato una pura rabbia pubblica contro quello che molti percepiscono come un sistema politico sclerotico.

Un altro risultato è stato anche un umiliante schiaffo in faccia per il leader del centrosinistra Pier Luigi Bersani, che nei sondaggi di due mesi fa sembrava di molto in vantaggio rispetto al partito di centro destra di Silvio Berlusconi.

Berlusconi, 76 anni, il quale ha messo in scena una straordinaria rimonta dagli scandali sessuali e dalla corruzione da quando ha avviato la sua campagna elettorale nel mese di Dicembre, sembrava essere in testa nella corsa al Senato, ma il blocco previsto di Grillo dei Senatori lo ha lasciato ben al di sotto di una maggioranza.

Il pericolo di nuove elezioni

Una campagna "amara", combattuta in gran parte su questioni economiche, ha innescato in alcuni investitori il timore di un ritorno alla crisi del debito che ha portato la zona euro vicino al disastro e il tecnocrate Monti in ufficio, in sostituzione di Berlusconi, nel 2011.

I risultati hanno mostrato che oltre la metà degli italiani ha votato per le piattaforme anti-euro di Berlusconi e Grillo.

Funzionari sia di centro e che di sinistra hanno avvertito che la situazione di stallo che incombe potrebbe rendere l’Italia ingovernabile e potrebbe forzare nuove elezioni.

Un governo di centro sinistra sia da solo che in coalizione con Monti era stato visto dagli investitori come la migliore garanzia per misure di lotta contro una profonda recessione e una crescita stagnante in Italia, che è fondamentale per la stabilità dell’unione monetaria.

Lo spread tra i bond italiani a 10 anni e il loro equivalente tedesco si è allargato da meno 260 punti base a più di 300 punti base e l’indice azionario italiano ha perso tutti i suoi guadagni precedenti, dopo le proiezioni del risultato del Senato.

"Queste proiezioni indicano che ci stiamo dirigendo verso una situazione ingovernabile", ha detto Mario Secchi, un candidato per il movimento centrista di Monti.

Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e Lavoro del Partito democratico, ha detto: "Lo scenario dalle proiezioni che abbiamo visto finora suggerisce che non ci sarà un governo stabile e che ci sarà bisogno di tornare alle urne".

L’unica possibilità sembra una "grande coalizione" che unisce destra e sinistra, come quella che Monti ha portato avanti per un anno. Ma i politici hanno detto che non funzionerebbe a lungo e sarebbe difficile lavorare con decisione.

La rabbia della popolazione

"Sono stanco di scandali e furti", ha detto Paolo Gentile, 49 anni, avvocato di Roma che ha votato per il Movimento Cinque Stelle.

"Abbiamo bisogno di giovani, nuove persone in parlamento, non i vecchi partiti che sono totalmente screditati".

L’Italia ha disperatamente bisogno di un governo forte e riformista per rilanciare la crescita dopo due decenni di stagnazione e risolvere problemi che vanno dalla disoccupazione giovanile record a un sistema giudiziario disfunzionale

"Questo è un risultato classico. Tipicamente italiano. Significa che il paese non è unito; è l’espressione di un paese che non funziona. Sapevo che sarebbe successo", ha detto un’impiegata 36enne di Roma.

Un’altra impiegato, 46 anni, ha scosso la testa incredula. "Non possiamo andare avanti così", ha detto.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Reuters

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