Elezioni 2013: Grillo, il M5S e le balle quotidiane

Nell’ultimo periodo il nome di Grillo e del M5S è stato legato soprattutto al calo nei sondaggi, alle polemiche sui simboli cloni e all’avvicinamento a CasaPound. Il M5S non naviga in buone acque. L’ultima news è la candidatura di Favia, ex grillino dissidente espulso, con Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile. Il leader del M5S non ci sta più e sul suo noto blog prende le distanze da quelle che ha definito le balle quotidiane. Quali sono?

Presentazione delle liste

Secondo il calendario elettorale entro le 16 di domenica 13 gennaio dovevano essere depositate presso il Viminale le liste e i programmi con l’indicazione del candidato Premier, ruolo che, secondo Grillo, non esiste in Italia, dove si parla invece di “Capo politico”. La legge elettorale e la Costituzione non prevedono il Premier perché il Capo del Governo viene scelto dal Presidente della Repubblica, tuttavia fin’ora in Italia si è sempre trattato del capo politico della coalizione vincente.

Casa Pound

Grillo si difende dalle accuse di essersi avvicinato ai fascisti di CasaPound: “Io non ho aperto a nessun partito e non sono fascista né simpatizzante del fascismo”, ma se un membro di Casa Pound volesse entrare potrebbe farlo, purché in possesso dei giusti requisiti, perché il M5S è un movimento ecumenico e non ideologico ha spiegato Grillo a Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound (candidato alla presidenza per la Regione Lazio), le cui idee secondo Grillo sarebbero a volte condivisibili.

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Rimborsi elettorali

Grillo ha dichiarato che il M5S ha rinunciato ai rimborsi elettorali e a circa 100 milioni di euro a cui avrebbe diritto, scegliendo di farsi sostenere da liberi contributi dei cittadini. E a coloro che deturpano la città con i manifesti elettorali urla: “Chi li paga?”.