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Economist: politica italiana? Un pericoloso inciucio! Accordo B-B: 3 effetti collaterali
venerdì 19 aprile 2013, di
Tutto è iniziato con una divergenza di opinione, ma in meno di 24 ore, con la velocità frenetica che caratterizza molti cambi di vento in Italia, si è trasformata nella peggiore crisi politica della sinistra italiana degli ultimi decenni.
Il 18 aprile, al primo round di voti per l’elezione del nuovo presidente, all’incirca la metà degli elettori italiani del PD si sono opposti al leader del partito, Pier Luigi Bersani, rifiutandosi di appoggiare la sua scelta.
Franco Marini, sindacalista proveniente dall’ex Democrazia Cristiana, ha ottenuto soltanto 521 voti dai 1007 elettori (15 voti al secondo turno) tra deputati, senatori e rappresentanti regionali. Marini è stato appoggiato dai leader del PD, dal PdL di Silvio Berlusconi, dall’ala destra della Lega Nord e dall’alleanza di centro destra dei ministri di Monti.
Tale appoggio avrebbe dovuto dare almeno 742 voti all’elezione, con voto segreto, di Marini come Presidente della Repubblica. È impossibile sapere quanti, tra coloro che hanno rifiutato di appoggiare la sua candidatura, provenissero dalle fila di sinistra.
Chi sarebbero i ribelli?
Nessuno, infatti, aveva previsto una rivolta di queste proporzioni. Ma i problemi hanno cominciato ad emergere dal giorno prima, quando si è saputo che Bersani avesse raggiunto un accordo con Berlusconi su chi sarebbe stato il nuovo capo dello stato.
Gli alleati più radicali del PD, del movimento SEL, Sinistra Ecologia e Libertà, sono stati naturalmente contrariati all’apprendere la scelta di Bersani. Ovvio, Marini viene dalla destra del PD.
Meno ovvie, invece, le critiche alla candidatura dal leader dell’ala moderata del PD, Matteo Renzi, sindaco di Firenze. Tra i suoi sostenitori, infatti, molti provengono dall’ex DC, proprio come Marini.
L’obiettivo dichiarato di Renzi è quello di ringiovanire le fila del partito e, con tutto il dovuto rispetto, Marini ha 80 anni. Ciò che veramente però non è andato giù al sindaco di Firenze (e che ha portato molti del PD a non seguire il loro leader) è stato il modo in cui è stata decisa la candidatura di Marini: senza consultazioni di nessun tipo e, cosa peggiore per chiunque a sinistra, con un comodo accordo insieme a Berlusconi.
In dialetto napoletano, questo tipo di accordi si chiamano inciuci (così nel testo originale). La traduzione inglese migliore forse potrebbe essere "fregatura".
Accordo B-B: effetti collaterali
Questo inciucio avrà almeno tre conseguenze indesiderate per il PD e il suo leader.
- Primo, verrà usato direttamente dai nemici giurati del partito: Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, co-fondatori del Movimento 5 Stelle che gridano all’accordo tra PD e PdL come parte di un singolo tentativo di salvarsi, da parte di una classe politica corrotta e incompetente. Di questa situazione, il M5S, che alle ultime elezioni ha ottenuto un quarto dei voti, è il più ovvio potenziale beneficiario.
- Secondo, l’accordo rappresenta una inversione a U da parte di Bersani. Da quasi due mesi, dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, l’Italia è senza un governo. La causa è in parte dovuta al fatto che M5S non volesse accordarsi con nessuno dei partiti tradizionali, ma anche perché Bersani ha rifiutato di considerare l’offerta di una coalizione con il tormentato dagli scandali, Berlusconi. D’ora in poi, il fondatore del PdL sarà in grado di giudicare il rifiuto di Bersani come inconsistente ed ipocrita.
- Terzo, l’accordo di Bersani con il leader conservatore è stato un vero fallimento: non ha assicurato in nessun modo l’elezione di Marini.
Il danno peggiore?
Forse il danno peggiore è quello che viene riferito per vie traverse dal mainstream dei media italiani: si sollevano sospetti, alcuni dei quali forse ingiustificati, ma tutti socialmente visibili, di un compromesso in cui Berlusconi ha acconsentito all’elezione di un presidente del centro-sinistra, in cambio di una garanzia di protezione dai tribunali. L’ex Primo Ministro è imputato in non meno di 4 accuse attuali che vanno dalla frode fiscale al sesso a pagamento con una ragazza di 17 anni.
Quello che accadrà ora alle elezioni del presidente non è chiaro. Ma è abbastanza ovvio che Bersani ha inflitto un duro colpo a se stesso e a tutto il suo partito.
| Traduzione italiana di Federica Agostini | Fonte: The Economist |