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Draghi pronto a intervenire a giugno. Il cambio EUR/USD sfiora 1,40 e poi crolla sotto 1,3850

venerdì 9 maggio 2014, di Nicola D’Antuono

La riunione di ieri della BCE non ha prodotto alcun cambiamento sostanziale nell’approccio alla politica monetaria che, come annunciato da Mario Draghi, continuerà ad essere accomodante per un prolungato periodo di tempo. I tassi di interesse sono rimasti fermi allo 0,25%, ma già il prossimo mese potrebbero essere ulteriormente abbassati per provare a stimolare la crescita economica nell’eurozona. L’aspetto più significativo della conferenza stampa di ieri pomeriggio di Mario Draghi è la maggiore trasparenza sulla forward guidance. Il banchiere italiano ha dichiarato che la BCE potrebbe intervenire a giugno “anche con misure non convenzionali”, a patto di rientrare nell’ambito del mandato dell’Eurotower.

Draghi ha sottolineato che l’inflazione è destinata a rimanere molto bassa nei prossimi mesi, o al massimo potrebbe lievitare solo leggermente. Per questo motivo il consiglio direttivo della BCE è “unanime” nel tenere aperta la possibilità di lanciare misure monetarie non convenzionali. Draghi ha poi ammesso le problematiche legate a un euro troppo forte, sottolineando che la BCE segue con attenzione le dinamiche del cambio. Dopo le parole del governatore dell’Eurotower sul forex il rally dell’euro si è bruscamente sgonfiato. Il tasso di cambio euro/dollaro ha aggiornato i massimi dell’anno a 1,3993, a una manciata di pip da 1,40, toccando così i livelli più alti da fine ottobre 2011. Nelle ore successive i prezzi sono crollati fin a 1,3830 circa, evidenziando un segnale ribassista molto significativo.

Gli investitori internazionali hanno liquidato euro anche nei confronti di tutte le altre valute più importanti, in particolare lo yen, la sterlina e le commodity currencies (Aud, Nzd e Cad). Il cambio euro/dollaro potrebbe ora iniziare una fase di pullback, considerando che molti trader di breve periodo entrati short sui massimi potrebbero aver ragione di monetizzare dopo un crollo di oltre 150 pip in una sola giornata. L’eventuale return move, però, potrebbe fermarsi in area 1,3880 – 1,39, dove passa una resistenza molto importante. Il trend ribassista emergente iniziato ieri pomeriggio dovrebbe avere il suo primo naturale approdo in area 1,3780 – 1,3770, anche se il target price da qui alla prossima settimana può essere individuato sull’ampia zona di supporto di 1,37 – 1,3650. Il ritorno del trend rialzista, al momento altamente improbabile, si avrebbe solo in caso di chiusura giornaliera superiore a 1,40.

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