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Il dilemma di Draghi: salvare l’Italia o piegarsi alla Germania?
lunedì 6 marzo 2017, di
Il dilemma di Draghi è ancora senza risposta.
Il presidente della Banca Centrale Europea si trova davanti un’ardua scelta: accontentare la Germania e ridurre lo stimolo monetario, dato il recente rialzo dell’inflazione dell’Eurozona al target della BCE, oppure difendere l’Italia con i rendimenti dei Btp a livelli pericolosamente alti.
L’inflazione della zona euro ha raggiunto il due per cento questa settimana, evento che ha rinnovato la pressione da parte dei falchi della Germania affinché la BCE inizi a ridurre lo stimolo di politica monetaria dando il via all’attesissimo tapering.
Tuttavia, Mario Draghi ha recentemente promesso di mantenere degli acquisti previsti dal QE, e il programma attualmente fa sì che la BCE sia uno dei pochissimi acquirenti dei titoli di Stato dell’Italia (Btp).
Cosa farà Draghi?
Dilemma per Draghi: l’inflazione è in forte ripresa
Con la ripresa dell’inflazione, i falchi della BCE aumentano la pressione affinché ci si muova verso l’uscita dall’allentamento monetario aggressivo. Il che pone un dilemma di politica per Draghi. Il presidente riceverà un messaggio chiaro dai membri falchi della Banca Centrale Europea la prossima settimana in occasione della riunione di marzo.
Dopo quattro anni di crescita debole e di un’inflazione al di sotto del target, la pressione rialzista sui prezzi è tornata più velocemente di quanto la banca centrale aveva previsto. L’Eurostat, l’Istituto di statistica della Commissione europea, giovedì ha riferito che i prezzi al consumo sono aumentati del 2 per cento nel corso dell’anno - il che supera l’obiettivo della BCE “inferiore ma prossimo al 2 per cento” per la prima volta da gennaio 2013.
La BCE continua a tenere i tassi di interesse a livelli storicamente bassi e ha promesso di acquistare €780 miliardi in titoli di quest’anno come parte del suo programma di quantitative easing.
Sia il taglio dei tassi e che il programma del QE sono delle fonti di discussione di lunga data, in particolare tra l’establishment politico ed economico tedesco.
Delle voci influenti a Berlino stanno sfruttando il forte rialzo dell’inflazione tedesca - un aumento annuale del 2,2 per cento nel mese di febbraio - per chiedere un aumento dei tassi di interesse da parte della banca centrale.
Draghi, invece, finora ha promesso di essere pronto a tagliare i tassi ancora più in basso e ad acquistare più titoli. La sua promessa è che i tassi di interesse "rimarranno ai livelli attuali o inferiori per un periodo prolungato di tempo".
Il dissenso interno alla BCE
Il mese scorso, Yves Mersch, membro della commissione esecutiva della BCE, ha chiesto:
"Per quanto tempo ancora possiamo continuare a parlare di ’tassi ancora più bassi’ come un’opzione di politica monetaria? Considerando l’importanza della credibilità per una banca centrale, come già detto, non ci dovrebbero essere dei ritardi nel fare i necessari aggiustamenti graduali ai nostri annunci".
Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha detto questa settimana che la banca centrale sarà costretta ad aumentare le sue previsioni sull’inflazione di quest’anno di ben mezzo punto percentuale da una proiezione dell’1,3 per cento, redatte lo scorso dicembre.
Cosa farà Draghi?
In breve: nulla. Con molta probabilità Draghi si vorrà focalizzare sulla crescita dei salari ancora debole, sulla fugacità degli effetti dei prezzi dell’energia e sul fatto che la BCE deve concentrarsi sui prezzi al consumo core.
Draghi non alzerà i tassi, e nemmeno darà inizio al tapering degli acquisti di obbligazioni.
Italia: Btp in pericolo
L’Italia è in pericolo e ha bisogno di un acquirente per i suoi titoli di Stato. I Btp a 10 anni producono un rendimento del 2,138%, mentre i bund tedeschi a 10 anni dallo lo 0,324%.
Lo spread tra i titoli italiani a 10 anni e titoli tedeschi a 10 anni è di 181 punti base (1,81 punti percentuali).
Se non ci fosse rischio di default, i rendimenti sarebbero uguali. Se i Btp offrono un rendimento del genere, c’è un motivo. E se la BCE smettesse di comprare obbligazioni italiane, lo spread salirebbe in modo spaventoso.