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Di Pietro si propone a Bersani, a sinistra del PD si sta ricomponendo l’Ulivo?

martedì 5 settembre 2017, di Alessandro Cipolla

Antonio Di Pietro strizza l’occhio a Pier Luigi Bersani, con quello che potrebbe essere chiamato un nuovo Ulivo 2.0 che sembrerebbe sempre più materializzarsi a sinistra del Partito Democratico.

In due interviste rilasciate a Radio Cusano Campus e ad AdnKronos, Antonio Di Pietro ha confermato la propria simpatia per il Movimento 5 Stelle, affermando però che al momento il suo voto andrebbe al Movimento Democratici e Progressisti.

Stuzzicato sull’argomento, l’ex magistrato simbolo di Mani Pulite ha ammesso che sarebbe disposto a dare una mano a Bersani, visto che nel suo progetto politico vede similitudini con quello che fu l’Ulivo.

Di Pietro quindi si propone agli scissionisti che però al momento devono far fronte a ben altri problemi: secondo gli ultimi sondaggi politici infatti MDP sarebbe al 2,9%, sotto la soglia di sbarramento del 3% e quindi fuori dal Parlamento.

Di Pietro con Bersani

In maniera ufficiale Antonio Di Pietro è lontano dalla vita politica dal 2014, quando dette l’addio alla sua creatura Italia dei Valori dopo la debacle alle elezioni politiche del 2013, dove scelse di appoggiare il progetto di Rivoluzione Civile abbandonando così di fatto l’alleanza con il Partito Democratico.

Una scelta quella di seguire Ingroia che fu un mezzo suicidio politico, con l’Italia dei Valori che al momento sopravvive dopo essere tornata a gravitare nella rassicurante sfera d’influenza del PD.

Tre anni dopo quindi Di Pietro si sente pronto a tornare in gioco, con più di una voce che negli ultimi tempi parlava di un suo possibile coinvolgimento in un eventuale governo del Movimento 5 Stelle.

Ho stima, rispetto e amicizia nei confronti del Movimento, che ha capito che non si può solo urlare contro, ma che ci si devono anche assumere responsabilità. [...] Non mi permetterei di intrufolarmi in quella realtà governativa: loro hanno fatto scelta di campo, in base alla quale chi ha già fatto politica prima non può farla con loro. È un principio che io apprezzo. Fanno bene a tenere lontano chi ha indossato un’altra casacca.

L’ex magistrato quindi chiude la porte a qualsiasi discorso su un suo possibile avvicinamento al Movimento, mentre il tenore delle parole è di gran lunga diverso quando invece si tratta di parlare del Movimento Democratici e Progressisti di Bersani.

Se Bersani mi chiamasse per dare una mano? Io pure la bandiera andrei a portare, che discorsi sono. Con Bersani ci sentiamo, abbiamo vissuto un’esperienza di governo insieme due volte, perché non dovrei sentirmi con lui?

Antonio Di Pietro quindi sarebbe più che pronto a scendere in campo al fianco degli scissionisti, visto che in loro rivede quello spirito ulivista che nel 2006 portò Romano Prodi al governo dopo aver battuto di un soffio Silvio Berlusconi.

Anche l’ex premier Prodi a giugno si era avvicinato al MDP, raccogliendo così l’invito di Renzi di “spostare le proprie tende”. Con anche Di Pietro e Pisapia, Bersani così potrebbe contare su alcuni dei pezzi fondanti di quello che fu l’Ulivo.

Il futuro per gli scissionisti

Come detto i sondaggi non sembrerebbero sorridere al MDP. Il sentore comunque è che tutta la galassia del centrosinistra alternativo al Partito Democratico stia vivendo una fase di transizione, in attesa di organizzarsi in vista delle elezioni politiche nel 2018.

Prima però ci saranno le elezioni regionali in Sicilia, dove gli scissionisti hanno declinato l’invito di Renzi ad appoggiare il loro candidato Fabrizio Micari, scegliendo di puntare su Claudio Fava assieme al resto della sinistra.

Un segnale questo chiaro da parte di Pier Luigi Bersani: il suo partito ormai ha imboccato la via di un percorso autonomo, rimarcando così anche a livello locale la distanza ormai siderale con il PD di Renzi.

Il sostegno anche da parte di Antonio Di Pietro potrebbe dare una mano agli scissionisti. Anche se ultimamente un po’ fuori dal mondo politico, l’ex magistrato rappresenta comunque sempre una figura di spessore.

In termini di voti anche Di Pietro può portare acqua al mulino del MDP. Sono sicuramente lontani i tempi del 2009 quando l’Italia dei Valori alle Europee prese l’8%, ma per un partito in bilico sulla soglia di sbarramento anche percentuali molto minori possono essere di grande aiuto.

Aspettando di capire cosa voglia fare Giuliano Pisapia, il destino del Movimento Democratici e Progressisti comunque sembrerebbe essere quello di far fronte comune con il resto della sinistra, mettendo in piedi una coalizione che non dovrebbe aver problemi a entrare nel prossimo Parlamento, mettendosi poi in ballo in quello che sarà il grande gioco delle alleanze post voto.

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