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Decreto fiscale: 5 cose da sapere sulla riforma che salva Berlusconi

martedì 3 febbraio 2015, di Vittoria Patanè

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è insediato al Quirinale. Si torna a parlare di Governo e di riforme. Tra gli appuntamenti più attesi, il tavolo relativo alla delega fiscale. Il Premier Renzi aveva prorogato ogni decisione per via delle elezioni del Capo dello Stato. Archiviata la questione ricomincia la polemica relativa alla riforma del Fisco e a quella franchigia del 3% che salva Belusconi.

Il testo del decreto arriverà in Consiglio dei Ministri il prossimo 20 febbraio, il Presidente del Consiglio ha quindi 17 giorni a disposizione per risolvere i problemi e mettere a tacere i detrattori.

Allo stato attuale dei fatti il testo, che depenalizza determinati reati fiscali fino al tetto del 3%, rimane dunque bloccato, così come quella norma che molti considerano creata ad hoc per salvare l’ex Cavaliere.

Ma, a conti fatti, cosa prevede il decreto e perché sta suscitando tante polemiche? Ve lo spieghiamo in cinque, semplici punti.

1: La norma salva Berlusconi
Il Decreto approvato lo scorso 24 dicembre dal Consiglio dei ministri riforma i reati tributari. A suscitare l’ira di molti è in particolare l’articolo 19 bis del decreto attuativo della delega fiscale.

Il suddetto articolo, in caso di approvazione definitiva, cancellerebbe la condanna per frode fiscale emessa nell’agosto del 2013 ai danni di Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset. Ma non solo, perché la cancellazione della condanna, annullerebbe anche gli effetti della legge Severino, consentendo all’ex Premier di ricandidarsi.

2: Articolo 19: perché annulla la condanna
Il decreto non prevede la punibilità per il reato di frode fiscale, ma anche per altri reati quando:

l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata".

Nell’ambito del processo Mediaset, Silvio Berlusconi è stato condannato in via definitiva per una frode inferiore al 2% dell’imponibile (7,3 milioni di euro, anche se l’accusa iniziale, andata poi in prescrizione, era molto più pesante: 350 milioni). In base a quanto previsto dall’articolo 19 dunque, la condanna verrebbe cancellata.

3: Maria Elena Boschi e l’esempio Francese
Nel corso di un’intervista rilasciata a Massimo Giletti, il ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi ha dichiarato che la norma è a favore di tutti e non avrebbe nulla a che fare con Berlusconi. Per comprovare le sue dichiarazioni ha preso come esempio la legislazione Francese:

"in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità dell’evasione fiscale ai fini penali".

Un’affermazione che però, sostanzialmente, non corrisponde al vero, dato che la legislazione francese prevede una doppia soglia: una del 10%, come riportato dalla Boschi, e un’altra pari a 153 euro, superata la quale si incorre in un reato penale. Spetta all’Agenzia delle entrate segnalare alla magistratura quali evasioni perseguire.

Sulla questione è intervenuto lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha spiegato:

"Sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma diamo corso al processo penale se c’è buona fede. Berlusconi non c’entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede".

4:Decreto fiscale: lo scopo
Lo scopo del decreto fiscale è quello di lanciare un segnale forte agli evasori fiscali, trasformando i reati in multe salate che fungano da deterrente a chi intende violare la legge. La sua approvazione servirebbe tra l’altro a rimpinguare le Casse dello Stato, snellendo il lavoro dei Tribunali penali.

Il problema però è che, mentre si propone di combatterli, il testo vada invece incontro alle esigenze degli evasori fiscali, dato che sotto i 150mila euro scatterà unicamente una sanzione amministrativa e la sanzione penale non si imporrà neanche sulle false fatture fino a mille euro. Insomma più soldi per le Casse dello Stato, ma meno criminali in carcere.

Sì, forse prima del 20 febbraio, il decreto fiscale necessita di una bella revisione.

5: Decreto fiscale e Partite Iva
Nell’ambito del decreto fiscale che arriverà in Consiglio dei ministri il 20 febbraio ritroveremo anche le modifiche promesse da Matteo Renzi sulle Partite Iva e sulla Gestione Separata INPS, anch’esse oggetto di numerose polemiche per via dell’assurda tassazione cui, a causa della Legge di Stabilità 2015, sono soggetti professionisti, freelance, ecc.

Per saperne di più leggere: Partita IVA e Gestione Separata INPS 2015: Il Governo interverrà il 20 febbraio. Le modifiche previste.

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