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Danimarca: prima come la Grecia, ora è un Paese felice. Come ha fatto?
domenica 16 aprile 2017, di
La Danimarca non ha debiti esteri per la prima volta dal lontano 1834. Gli alti livelli delle riserve valutarie rendono il dollaro, ormai, praticamente inutile.
La condizione potrebbe essere talmente favorevole da rendere la banca centrale danese il papabile prossime istituto a sganciare il valore della propria moneta da quello dell’Euro dopo circa trent’anni, dopo il recente caso della Repubblica Ceca e l’evento shock di gennaio 2015 causato dalla Banca Nazionale Svizzera.
Danimarca: prima coma la Grecia, ora tutto il debito è estinto
Uno dei Paesi più felici del mondo ha da poco estinto tutto il suo debito in valuta estera. Tuttavia, quarant’anni fa, la svalutazione e la crisi economica erano i tratti distintivi più distintivi della Danimarca.
Nei primi anni ‘80, la Danimarca stava vivendo una crisi economica molto simile a quella che sta vivendo la Grecia, come commentato da un analista della Danske Bank, Jens Naervig Pedersen. Ora, la Danimarca è uno dei Paesi più forti in assoluto con un surplus sulla bilancia dei pagamenti da record e conti pubblici molto solidi.
Dal 19° secolo, la Danimarca ha aperto prestiti con Paesi stranieri per finanziare la qualunque, dalle guerre contro la Germania alle costruzione delle ferrovie. La spesa in deficit è cresciuta così rapidamente tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 che la Danimarca è stata costretta a svalutare la corona per riequilibrare l’economia.
C’è voluto un intervento di fissaggio della valuta danese all’euro e molte riforme economiche per trasformare la Danimarca in un Paese con rating AAA.
Danimarca: perché ce l’ha fatta
A marzo, la Danimarca ha rimborsato $1,5 miliardi di bond, dando fine a tutti i titoli di debito in valuta estera per la prima volta negli ultimi 183 anni.
La Danimarca non ha più bisogno di emettere debito in dollari o in euro grazie alle sue riserve in valuta estera in crescita, utilizzate per difendere il peg della corona danese all’euro. Con circa 467 miliardi di corone (63,6 miliardi di euro), le riserve sono ormai ben oltre il doppio di dove erano dieci anni fa.
Il mese scorso, la banca centrale ha venduto 4,7 miliardi di corone danesi per indebolire la valuta, grazie al rischio politico legato alle elezioni francesi che ha spinto gli investitori stranieri a cercare sicurezza negli asset danesi. Nordea Bank crede che le tensioni politiche in Francia possano costringere la Danimarca ad implementare interventi ancor più grandi di quanto precedentemente necessari per compensare i flussi scattati dal referendum Brexit dello scorso anno.
La Danimarca ha mantenuto aperti i suoi prestiti esteri più a lungo del necessario ed ora potrebbe voler rispondere al costo di emissione crescente in dollari, dato l’aumento dei tassi di interesse.
Nel 2012, 2013 e 2014, lo Stato ha venduto bond in dollari per poi convertire i dollari in euro. La vendita pianificata di bond in valuta estera è stata annullata nel 2015 dato il forte aumento delle riserve per combattere un attacco contro il peg dell’euro alla corona danese - gli speculatori stavano accumulando corone, ma la banca centrale ne stava scaricando ancor di più. Niente vendita di titoli di debito nel 2016, neanche quest’anno.
Per la Danimarca rimane comunque aperta la possibilità di accedere ai mercati internazionali dei capitali per soddisfare la domanda di prestiti interna, qualora ce ne fosse bisogno.
La Danimarca ha ancora circa 600 miliardi di corone in titoli di Stato emessi in corone danesi, e tra questi circa il 40 per cento è detenuto da stranieri.