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Crisi: zona Euro ancora a rischio. WSJ: la minaccia peggiore? Quella ignorata
martedì 11 giugno 2013, di
La crisi dell’Eurozona è finita. O almeno questo è quello che ha detto il Presidente Francese Hollande in un recente incontro in Giappone. Questo, più che altro, sembra un pensiero di speranza. Per il futuro dell’Eurozona, scrive il Wall Street Journal, le minacce sono numerose e latenti, ma in particolare ve n’è una che rischia di assumere proporzioni devastanti, specie perché ignorata.
Wall Street Journal: la Zona Euro è ancora a rischio
Anche se il panico disseminato tra il 2011 e il 2012 -che vedeva sprofondare nell’abisso il mercato delle obbligazioni in Italia e Spagna- è ormai alle spalle, la zona Euro ha davanti a sé ancora molte difficoltà e sfide. A maggior ragione, se si pensa che il mercato della zona Euro fa ampio affidamento alla "generosità" delle banche centrali su scala globale.
Nell’ultimo mese, il rally che dura da quasi un anno sui titoli dei paesi del Sud Europea sembra aver raggiunto una battuta d’arresto ed ha iniziato a fare marcia indietro. A dire il vero, ciò è in parte la conseguenza di un eventi piuttosto lontani: il dibattito pubblico sulle possibilità di riduzione degli acquisti previsti dal QE della Federal Reserve e l’andamento dei mercati Giapponesi.
Sino ad oggi, i movimenti sono piuttosto contenuti: dai minimi raggiunti, i tassi sui titoli decennali in Italia e Spagna sono aumentati dello 0.5% circa arrivando rispettivamente a 4.29% e 4.58%; in Portogallo, invece, i tassi sono cresciuti dello 0.9%, arrivando a 6.19%. I rendimenti sui titoli tedeschi, invece, sono aumentati soltanto di 0.4 punti percentuali. Si è allargato, dunque, lo spread per Spagna, Italia e Portogallo. Gli acquisti hanno fatto affidamento sulla liquidità fornita dalle banche fuori dall’Europa, l’effetto ora è che i rendimenti possano schizzare ancora più in alto.
Minacce per il futuro della zona Euro
Le minacce per la zona Euro sono numerose e latenti. La più immediata è la causa della Corte Costituzionale Tedesca che si riunisce oggi e domani per discutere il programma di acquisto titoli di stato lanciato dalla Banca Centrale Europea. Il piano OMT, secondo l’accusa, viola i limiti del mandato della banca e si scontra con il diritto costituzionale tedesco. Ad ogni modo, una decisione definitiva arriverà soltanto più tardi nel corso dell’anno, ma i mercati si aspettano una sentenza positiva. Contrariamente, l’effetto sarebbe quello di gettare nel caos la politica della BCE ed il corso dei mercati. Una sentenza che riduca lo "spazio di manovra" della Banca Centrale Europea potrebbe indurre gli investitori a preoccuparsi.
Recessione e austerity: a quando la stabilità?
Nel frattempo, nonostante alcune speranze economiche, la recessione persiste insistentemente. Aver ritardato i termini per il raggiungimento dei target sull’austerity potrebbe lasciare un po’ di sollievo ai governi sotto pressione, ma allo stesso tempo posticipa la stabilizzazione fiscale in Europa.
L’Italia accumulerà un altro 3.3% del Pil sul debito quest’anno e, compresi i pagamenti arretrati, potrebbe vedere il debito arrivare al 140% del Pil nel giro di pochi anni, secondo l’analisi Deutsche Bank. La Spagna aggiungerà l’equivalente del 9.7% del Pil al debito tra il 2013 e il 2014. Gli investitori potrebbero tornare a concentrarsi sulle dinamiche del debito, se la tanto promessa ripresa economica tardasse ad arrivare. Per il Portogallo potrebbe essere necessario ulteriore sostegno nel tentativo di reinserimento al mercato obbligazionario. La Grecia continua ad aver bisogno di una ristrutturazione del debito, anche se questi sono in realtà problemi per il prossimo anno e quelli a venire, piuttosto che per il 2013.
La minaccia peggiore? Quella che viene ignorata
Nel frattempo, la disoccupazione giovanile in Europa arriva al 24.4% dando origine al gravissimo problema della disoccupazione duratura che provoca il deperimento delle capacità dei lavoratori e rende così sempre più difficile la ricerca di un lavoro. La disoccupazione, specie giovanile, è un problema che potrebbe portare a serie conseguenze sul piano sociale e politico e che, sino ad oggi, è stato sorprendentemente ignorato.
La crisi della zona Euro non è più acuta come lo è stato un tempo. Ma i problemi d’Europa sono cronici e continuano a persistere. La zona Euro è ancora a rischio.
| Dal Wall Street Journal: Euro Zone Remains at Risk |