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Crisi: un grande paese a rischio. Sarà la prossima zona euro?
mercoledì 15 maggio 2013, di
Con un disavanzo superiore al previsto, secondo quanto emerso dagli ultimi dati relativi al bilancio, l’Australia ha sollevato molte preoccupazioni: il paese potrebbe seguire lo stesso percorso della zona euro, soffocata da livelli insostenibili di indebitamento?
Le cifre illustrate dal tesoriere australiano Wayne Swan sono piuttosto allarmanti: un disavanzo di 19,18 miliardi di dollari australiani (19,4 miliardi di dollari americani) per l’anno fiscale che termina il 30 giugno e di 18 miliardi per l’esercizio successivo. Il dato è stato superiore alle attese (gli analisti stimavano un deficit di circa 17 miliardi per l’esercizio corrente e di 10 miliardi di dollari per il prossimo anno fiscale).
L’economia australiana sta affrontando un pericolo reale. Il rischio che possa conoscere lo stesso destino dell’Europa è oggi elevato e parole come austerità si sentono pronunciare sempre più frequentemente.
Lo scenario europeo è noto. Negli ultimi anni le economie della zona euro hanno lottato con alti livelli di debito, severi programmi di austerità e una crescita negativa. Secondo la previsione di inizio anno della Commissione europea, l’economia di Eurolandia dovrebbe ridursi dello 0,3 per cento nel 2013, a seguito di una contrazione dello 0,5 per cento nel 2012.
Al contrario, l’economia australiana ha beneficiato di due decenni di crescita e ha retto relativamente bene alla crisi finanziaria del 2008-2009. Tuttavia, il governo del paese ha avuto difficoltà a far quadrare i conti in tempi recenti, e l’anno scorso è stato costretto a fare marcia indietro sulla promessa di riportare l’economia australiana a un surplus di 1,1 miliardi di dollari entro la fine di giugno di quest’anno. Se l’economia australiana aveva mostrato una certa resilienza, riuscendo a scongiurare la recessione durante la crisi, ora sembra mostrare segni di stanchezza. I timori sorti in tale contesto, hanno spinto la banca centrale a tagliare i tassi di interesse al minimo storico del 2,75%, al fine di stimolare l’attività.
Fra venti contrari - tra cui un dollaro australiano forte e un calo dei prezzi delle materie prime - il governo ha raccolto meno gettito fiscale rispetto a quanto sperato, lasciando un buco nel proprio bilancio. Nel recente discorso, facendo un parallelo tra l’Australia e l’Europa, Swan ha dichiarato: "Per coloro che vorrebbero portarci lungo la strada europea della feroce austerità, dico che la distruzione sociale che deriva da tagli eccessivi, troppo difficili e troppo veloci non è la via australiana".
L’Australia ha un problema di deficit di fondo sostanziale - nonostante i fondamentali sani, tra cui il prodotto interno lordo (PIL) positivo, la disoccupazione e l’inflazione sotto controllo - e questo rappresenta un motivo di forte preoccupazione. Inoltre, nel mezzo della recessione della zona euro e della debolezza dell’economia degli Stati Uniti, ci sono timori che il rallentamento della crescita in Cina, un mercato importante per il ferro e il carbone, possa avere un grave impatto sull’economia dell’Australia, trainata proprio dal settore minerario.
Il governo australiano prevede che l’economia possa crescere del 2,75 per cento nel corso dell’anno fiscale 2013/2014, dopo un incremento del 3 per cento in quello corrente. Le agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody Investors Service hanno assicurato che la situazione di bilancio non avrà alcun impatto sul credit rating (AAA) della’Australia. Mercoledì mattina l’Aussie è stato scambiato a 0,9904 dollari sulla piazza asiatica.
Fonte: cnbc.com