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Crisi: perché l’Italia deve uscire dall’euro? Ecco i dieci motivi principali

martedì 4 giugno 2013, di Erika Di Dio

Come consueta abitudine ormai, riportiamo spesso articoli che elencano vari motivi a sostegno della tesi "uscita dall’euro" e ritorno alla lira (o alle varie monete nazionali). Ad aprile abbiamo pubblicato un articolo in cui si esponevano 10 buoni motivi per tornare alla lira, esposti dal sito italiano della Mosler Economic Modern Money Theory, ME-MMT.

Uscire dall’euro

Oggi proponiamo invece altri buoni motivi per uscire dalla moneta unica, esposti da Liberoquotidiano.it.

  • Esportazioni: prima del 1999, le decisioni sulla moneta venivano prese dalla Banca d’Italia, ma con l’introduzione dell’euro, questo compito è passato alla BCE, che a differenza di quanto faceva il nostro istituto italiano, non può decidere autonomamente di abbassare il cambio e favorire le esportazioni. Il risultato è proprio una bilancia commerciale in negativo.
  • Pil: in caduta libera, nel 2012 ha registrato il 7% in meno rispetto a cinque anni prima.
  • Disoccupazione: il grande male del nostro paese, che non riesce a diminuire; quest’anno il tasso di disoccupazione è arrivato al 12%.
  • Stipendi che non crescono: e rimangono sempre al punto di partenza; le cifre indicano che nel 2012 la crescita è stata appena dell’1,9%.
  • Consumi: i dati hanno mostrato che i consumi degli italiani sono tornati indietro al 1998, ossia la spesa delle famiglia si è ridotta del -4,3%, tornando appunto ai livelli in cui c’era ancora la lira.
  • Credito: drammatica situazione anche sul fronte del credito, con un forte calo nei finanziamenti alle imprese, con una contrazione di circa 60 miliardi da dicembre 2011 a dicembre 2012.
  • Fallimenti: di imprese, che hanno registrato un record quest’anno: 3.500 solo nel primo trimestre di quest’anno.
  • Aumento del debito: 800 miliardi in più rispetto al 1999, anno di introduzione dell’euro.
  • Spread: a livelli insostenibili: anche se ora il differenziale tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani si aggira intorno ai 260 punti base, nell’apice della crisi ha superato addirittura i 500 punti.
  • Percorso difficile: si è iniziato a parlare insistentemente di uscita dall’euro l’anno scorso, quando la straziante situazione greca ha portato alla possibilità di un Grexit; ora se ne parla per quasi tutte le realtà europee, anche se non si tratterebbe di un percorso facile, in quanto per attuarlo bisognerebbe uscire anche dall’UE e quindi modificare tutti i trattati internazionali.

Ma non ne varrebbe forse la pena?

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